Economia

Credit Agricole, utili quasi doppi a 9,1 mld. Target raggiunti un anno prima

La seconda banca francese ha superato, con un anno di anticipo, il target per gli utili nel 2022. Per il Credit Agricole Italia 607 milioni di profitti

La ripresa del 2021 spinge i ricavi e abbassa il costo del rischio

Profitti quasi doppi per il Credit Agricole che ha chiuso il 2021 con un utile netto record di 9,1 miliardi di euro grazie al buon andamento dell'attività e dal calo del costo del rischio. I profitti della seconda banca francese, in aumento del 94,1%, nel solo quarto trimestre hanno raggiunto quota 2,35 miliardi. Questi "ottimi risultati", ha commentato Philippe Brassac, amministratore delegato del colosso del credito transalpino, consentono all'azienda di raggiungere i suoi obiettivi 2022 con un anno di anticipo. Il margine di intermediazione è stato di 36,82 miliardi di euro, in crescita del 9,6% rispetto al 2020. Come altri istituti, il gruppo ha sfruttato appieno la ripresa economica avviata dalla fine del 2020, lasciandosi alle spalle il peggio della crisi sanitaria.

Il miglioramento della congiuntura ha comportato un forte calo del costo del rischio, ossia degli accantonamenti effettuati per far fronte ad eventuali inadempienze sui rimborsi da parte dei propri clienti debitori. Questo costo del rischio è sceso lo scorso anno di quasi il 50% a 1,849 miliardi di euro. La banca quotata ha chiuso l'anno con incassi per 5,84 miliardi.

La banca ha beneficiato lo scorso anno dell'ingresso nel proprio portafoglio di Credito Valtellinese (Creval), acquisita tramite un'Opa e la sua controllata specializzata in asset management Amundi ha offerto Lyxor a Societè Generale, per un importo di 825 milioni di euro. La società ha indicato di voler pagare un dividendo di 1,05 euro per azione, un livello che non si vedeva da più di 15 anni.

Credit Agricole Italia: 607 milioni di profitti con il badwill Creval

Profitti solidi anche per la controllata italiana guidata da Giampiero Maioli che  ha chiuso l'esercizio fiscale con 346 milioni di euro, in crescita rispetto all'anno precedente (+68%), risultato che include l'insieme degli elementi straordinari legati anche all'ingresso di Creval ed il cosiddetto badwill netto a seguito della finalizzazione della purchase price allocation, il gruppo registra un risultato netto civilistico pari a 607 milioni di euro.

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