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Dai poke alle piadine: la ristorazione fast casual fa gola ai private equity

di Redazione Economia

Crescono i casi d'investimento. Da Temakinho a Cvc che compra La Piadineria per 300 mln: il successo del fast casual italiano

Il fast casual italiano cresce a doppia cifra e "ingrassa" i private equity

Casual è la parola chiave del momento quando si parla di ristorazione. Ma che cosa significa? È un concetto relativamente nuovo che si posiziona nel mezzo tra ciò che è un fast food e una cena (o pranzo) casual, informale. Nell'industria gastronomica di oggi, i veri campioni sono i modelli replicabili e scalabili, perfetti soprattutto per il servizio di consegna a domicilio. Parliamo del format del fast casual, il nuovo succulento bersaglio dei fondi di investimento di private equity, un segmento che cresce sempre di più, tenendo il passo svelto dell’economia digitale.

L'esplosione del fast casual all'italiana, termine che identifica quelle realtà capaci di offrire cibo di qualità con rapidità e senza il peso finanziario e temporale di un ristorante tradizionale, è trainata dall'entrata sempre più massiccia di investitori internazionali. I fondi di private equity stanno scommettendo su un modello di business collaudato che sta conquistando sempre di più il cuore e lo stomaco dei consumatori. E i fondi di investimento questo lo sanno bene, puntando proprio su tali realtà, che sono motori trainanti di una nuova era della ristorazione.

Pertanto si moltiplicano i casi d'investimento in catene che crescono a ritmi vertiginosi, come riportato da Milano Finanza. Per esempio l'acquisizione di Temakinho da parte del fondo tedesco Mutares e l'investimento di Cvc su La Piadineria per 600 milioni di euro segnalano una sempre crescente effervescenza nel segmento del food retail. Questi movimenti, insieme ai dati sul mercato del 2022 che ha raggiunto i 82 miliardi di euro evidenziano un'industria in rapida crescita, con un tasso annuo del 5,5% e prospettive ancora più promettenti per l'Europa, con una prevista crescita annua del 6,8% fino al 2026. La spinta maggiore arriva dalle catene di ristorazione, che in Italia valevano 6,1 miliardi di euro nel 2022.

Basti pensare all'acquisizione di Alice Pizza nel 2019 da Idea Taste of Italy, veicolo di investimento di DeA Capital Alternative Funds Sgr. Nel giro di pochi anni, sono riusciti a far crescere il marchio fino a raggiungere oltre 100 milioni di ricavi nel 2023, aprendo ben 25 nuovi punti vendita e ampliando la propria presenza a più di 190 location in tutta Italia. Allo stesso modo l'acquisizione di successo da parte di Bc Partners, nel 2015, di Cigierre, formando un vero e proprio impero di brand della ristorazione come i noti Old Wild West, Wiener Haus, Pizzikotto, American Graffiti, Shi’s e Temakinho, e generando un fatturato di ben 546 milioni nel 2023.

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Ma la partita nel casual dining non è solo per i grandi giocatori come DeA Capital e Bc Partners. Anche business angel e fondi di venture capital hanno contribuito alla crescita di catene di ristoranti come Miscusi e Poke House. Guardiamo il caso di Miscusi, fondata nel 2017 da Alberto Cartasegna e Filippo Mottolese,  ha persino attirato l'attenzione di investitori come Angelo Moratti e il fondo tedesco Picus Capital. Con il recente ingresso di Amundi e del fondo americano Kitchen Fund, la catena di ristoranti di pasta fresca ha raccolto oltre 35 milioni di finanziamenti. Un grande successo anche per Poke House, catena milanese sostenuta  anche in questo caso da Moratti e supportata da nomi del calibro di Renzo Rosso, Eulero Capital, Intesa Sanpaolo e Fondazione Cariplo. Nel giro di pochi anni la pokeria ha già raccolto più di 25 milioni di euro.

Questi sono solo alcuni esempi di come il mondo del casual dining stia attirando l'attenzione di investitori di ogni tipo. La recente mossa di Cvc su La Piadineria è tutta una questione di progettare un nuovo corso nel settore del casual dining. Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche di MF, il fondo britannico ha abbracciato con forza l'idea di creare una "basket company". In parole povere, l'obiettivo è quello di formare un gruppo diversificato, espandendo le categorie al di là della piadina, con l'inclusione di prodotti come il poke e la pizza. Il tutto con uno sguardo fisso sull'ottica del casual dining, attraverso l'apertura di nuovi brand e reti, anche tramite acquisizioni.

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Ma in questo settore la linea tra successo e fallimento è davvero sottile. Se da un lato in Italia abbiamo catene di successo come Cioccolatitaliani, gestita dalla famiglia Ferrieri tramite Gioia Group e sostenuta da Intesa Sanpaolo, o a Panino Giusto di Antonio Civita, che è riuscita a resistere all'uragano Covid e a generare oltre 23 milioni di ricavi nel 2022. Allo stesso tempo, in senso opposto, altre catene rischiano di trovarsi sull'orlo della crisi finanziaria e sono al collasso. Perchè? In questa prospettiva, bisogna anche considerare che siamo nell'epoca post-Covid, fattore che ha reso necessaria una maggiore selettività negli investimenti, portando a una scrematura del mercato che mette ora al centro la qualità, la competenza manageriale e la capacità di scalare il business per garantire un successo a lungo termine.