Economia
Deloitte e Luiss, presentata ricerca su infrastrutture e Ppp
Todini:” Sistema infrastrutturale italiano, colmare gap con l’Europa”. Cottarelli :"Serve piano investimenti europeo"
Si è tenuto oggi a Roma l’evento “Sistema Italia - gli investimenti infrastrutturali”, in occasione del quale è stata presentato lo studio “la remunerazione delle opere infrastrutturali a partenariato pubblico privato” di Deloitte e Luiss Business School
Secondo lo studio di Deloitte e Luiss Business School, nella realizzazione di opere pubbliche, la strutturazione del Partenariato Pubblico Privato (Ppp) con adeguata remunerazione del soggetto privato è una prassi sempre molto diffusa a livello europeo. Questo è quanto è emerso dall’evento “Sistema Italia - gli investimenti infrastrutturali” che si è tenuto a Roma presso la sede Luiss Business School, e durante il quale sono stati presentati i risultati della ricerca “la remunerazione delle opere infrastrutturali a partenariato pubblico privato”.
L’indagine, attraverso una review della lettura e un’indagine empirica di bechmark, fornisce una panoramica delle diverse forme di remunerazione adottate a livello italiano ed europeo in diversi ambiti geografici e settoriali (ferroviario, trasmissione elettrica, trasporto gas, autostradale e stradale). Sia la lettura presa in esame che i risultati dell’analisi di benchmark mostrano come, a livello europeo, il capitale investito in opere infrastrutturali a partenariato pubblico-privato venga generalmente remunerato in tutti i settori considerati, seppur con meccanismi diversi.
“Oggi ci siamo chiesti se il settore delle infrastrutture possa sostenere la sostenibilità: è una provocazione ma c’è qualcosa di reale. - ha detto ad Affaritaliani.it Luisa Todini Presidente di Green Arrow Capital SGR - nel sistema infrastrutturale abbiamo un gap rispetto al resto dell’Europa che dobbiamo eliminare, l’eccesso di burocrazia, arrivare a progetti effettivamente esecutivi, far sì che ciò che viene investito remuneri il capitale e che le infrastrutture rappresentino non solo un costo ma un investimento effettivo; Solo in questa maniera si possono attivare gli investitori, si può far sì che i privati abbiano un interesse effettivo a remunerare il capitale e quindi a investire.”
“In molti Paesi c’è una gestione della fase propedeutica, la definizione di un’opera infrastrutturale molto più sofisticata, molto più professionale. -ha spiegato Paolo Boccardelli, Direttore della Luiss Business School ai microfoni di Affaritaliani - Nel nostro sistema non è prevista una concentrazione così forte sul percorso che porta una decisione su un investimento infrastrutturale coinvolgendo le comunità locali. In altri Paesi, come la Francia, questo è molto più sviluppato. Questa è un’area di criticità su cui il nostro Paese deve investire. Bisogna lavorare sulla gestione degli stakeholder, sulla gestione del consenso delle comunità locali nella fase propedeutica alla presa delle decisioni.”
“In Italia abbiamo un debito pubblico alto, abbiamo anche un deficit di infrastrutture come ce l’hanno altri Paesi europei. -ha commentato ad Affaritaliani.it Carlo Cottarelli, Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani - Io credo che la soluzione debba essere in un piano di investimenti in infrastrutture finanziato a livello europeo. Il bilancio dell’Europa è molto piccolo, dovrebbe essere rafforzato. Dovrebbe esserci la possibilità per il bilancio europeo di andare in deficit, emettendo eurobonus. In questo momento l’Europa non sta crescendo moltissimo, sarebbe il momento perfetto per fare un piano di investimenti europeo. Lasciare questo all’iniziativa o agli spazi che hanno i singoli Paesi non credo che possa funzionare, perché i Paesi che vorrebbero spendere di più come in Italia magari non possono perché i mercati finanziari di innervosiscono se il nostro debito aumenta. Mentre Paesi che potrebbero farlo come la Germania non vogliono farlo, allora lo si faccia a livello europeo.”