Economia

Deutsche Bank abbandona la finanza speculativa e si prepara alle nozze

Il Ceo Sewing prepara la bad bank per tentare rilancio. Solo dopo aver pulito i conti del peso dei derivati si cercherà di far risalire la redditività

di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni

Esisteva una volta una banca europea che aveva l’ambizione di sfidare, e vincere, le grandi banche d’affari americane sul loro stesso terreno, quello del trading su titoli, tassi e derivati. Quella banca era Deutsche Bank guidata da Josef Ackermann che poco prima dell’espoldere della crisi dei mutui subprime proprio puntanodo sul trading e sui derivati ad alto rischio e alto rendimento macinava miliardi di utili. Un successo che inebriò l’emittente tedesco e che era dovuto a un uomo, Anshu Jain, responsabile di finanza aziendale, delle vendite e del trading, a cui facevano capo le principali transizioni di affari della banca tedesca. Jain, che nel 2012 succedette ad Ackermann sulla poltrona di Ceo prima di essere a sua volta sostituito nel 2015, era considerato il “mago della vendita del rischio”.

Christian Sewing CEO di Deutsche Bank

Christian Sewing


 

Un titolo che neppure l’esplosione della crisi economico-finanziaria mondiale nel 2008 scalfì, anzi: nel 2010 il primo trimestre di Deutsche Bank si chiuse con 9 miliardi di utili di cui 6,6 miliardi legati proprio all’invstment banking. Poi però il vento girò, anche perché l’istituto tedesco venne ritenuto colpevole dalle autorità statunitensi di due dei maggiori scandali finanziari della storia, la vendita di mutui tossici a investitori inconsapevoli e la manipolazione del tasso di rifinanziamento delle banche londinesi (Libor) al fine di ottenere maggiori profitti.

deutsche
 

Morale della favola: dei circa 20 miliardi di dollari di utili accumulati dal 1995 al 2008 dall’unità di trading e banking di Deutsche Bank, oltre 15 sono poi stati restituiti “obtorto collo” a seguito di pesantissime multe comminate alla banca dalle autorità Usa. Multe che hanno pesato sui risultati e sono costate alla fine la testa del Ceo John Cryan, successore di Jain nel 2015 poi sostituito dal 49enne Christian Sewing nel 2018, l'amministratore delegato più giovane dei 149 anni di storia del primo istituto di credito tedesco.

Non solo: ormai da un decennio il giocattolo si è rotto e nonostante gli sforzi fatti Deutsche Bank non è più riuscita a fare utili significativi, ma solo risparmi a colpi di tagli ai posti di lavoro e cessioni di attività. Accompagnati da aumenti di capitale. 

Deutsche Bank
 

Alla fine l’istituto si è trovato a dover gestire una “eredità tossica” fatta di asset e derivati “level 3” (ossia privi di alcun mercato di scambio liquido) per un nozionale di 324 miliardi a fine 2018, cui corrispondeva secondo la banca una esposizione netta al rischio di 21 miliardi. Così, per chiudere i conti col passato Sewing sembra voler varare, come anticipa il Financial Times, una “radicale” riorganizzazione con la creazione di una “bad bank” in cui far confluire 50 miliardi di euro di derivati a lunga scadenza di varia natura, ma tutti contraddistinti dal non avere di fatto un vero valore di mercato.

Il che, per inciso, potrebbe avere qualche conseguenza sulla determinazione del valore al quale tali asset dovranno essere trasferiti alla “bad bank” che non da oggi si ipotizzava dovesse essere creata per cercare di sterilizzare una volta per tutte il rischio-derivati e, magari, cercare di recuperare pazientemente parte del valore nei prossimi anni senza che questo pesi sul bilancio della banca. Un bilancio, come hanno fatto notare più volte analisti e gestori, che complici anni di tassi d’interesse vicino a zero soffre di problemi di redditività: la banca fa pochi utili, non investe in tecnologia da tempo e probabilmente è sottocapitalizzata.

Deutsche Bank ape
 

Condizioni che finora hanno reso un’eventuale fusione con Commerzbank, per ora “congelata” ma tutt’altro che rimossa dai desiderata dal governo tedesco (azionista di Commerzbank col 15%), impraticabile per i troppi capitali necessari per portarla a termine. Capitali che gli occhi dei partner europei sarebbero sembrati aiuti di stato se fossero stati in qualche modo garantiti dal governo di Berlino. L’unica strada è dunque cercare di disinnescare la bomba prima di ogni operazione straordinaria con altri gruppi bancari, allontanandosi il più possibile dal mondo altamente redditizio ma rischioso dell’investment banking per focalizzarsi nuovamente sulle attività bancarie tradizionali e sulla gestione dei patrimoni privati.  Seconbdo il quotidiano della City, Sewing, al timone dall'aprile 2018, si appresterebbe ad annunciare le novità in occasione dei risultati semestrali, in agenda il 24 luglio.