Economia

Dl Aprile alla prova delle Camere. Abi: "I 25 mila € erogabili in un giorno"

Mentre governo e presidente del Consiglio sono impegnati a valutare le possibili misure da mettere in atto, con una sorta di road map, per la cosiddetta 'Fase 2', che dovrebbe partire dal prossimo 4 maggio, il Parlamento si appresta ad affrontare una settimana intensa, con diversi appuntamenti che coinvolgeranno direttamente anche lo stesso esecutivo e il premier Giuseppe Conte. Si preannuncia, infatti, una sorta di tour de force tra Camera e Senato con appuntamenti 'cruciali'. La prossima settimana potrebbe quindi trasformarsi in un vero e proprio banco di prova per la tenuta della maggioranza e, a ricaduta, dello stesso esecutivo.

Banche, il presidente dell'Abi Antonio Patuelli: i 25 mila euro  di liquidità erogati in una giornata/ "Se l'imprenditore porta le carte che il decreto legge impone e completa la domanda, in una giornata si ottengono" i massimo 25.000 euro di liquidita' garantita al 100% dallo Stato. Lo ha detto il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, a TgCom24 in vista del via domani alle domande da parte delle Pmi. "Se non si rompono i computer (abbiamo gia' visto con l'Inps che si sono bloccati perche' quando si immettono tante domande anche i computer piu' grossi nazionali possono avere dei problemi) e se non ci sono intoppi, l'operazione e' studiata per ottenerli in una giornata", ha spiegato. 

Nel giro di pochi giorni, infatti, il governo dovra' superare diverse 'prove': dall'informativa del premier sulla trattativa in Ue e, dunque, sul controverso Mes - anche se il governo non dovra' affrontare lo scoglio del voto, visto che l'Aula del Senato prima e quella della Camera dopo non saranno chiamate ad esprimersi su delle risoluzioni - alla fiducia sul Cura Italia, passando per il voto sulla richiesta del governo di un nuovo scostamento di bilancio, cosi' da liberare le risorse necessarie per varare il decreto di aprile, dove servira' tassativamente la maggioranza assoluta: 161 si' al Senato e 316 alla Camera.

Il tutto proprio mentre la maggioranza continua a fibrillare sul Fondo salva Stati e sembra ormai definitivamente naufragato il tentativo di dialogo con le opposizioni, tanto che al momento non appare scontato il si' del centrodestra al nuovo aumento del deficit, come invece avvenuto lo scorso 11 marzo, con un voto unanime del Parlamento.

Andando con ordine, si parte domani, lunedi' 20 aprile, con la riunione del Consiglio dei ministri che dovra' varare il decreto per il rinvio delle elezioni regionali, comunali e suppletive. Martedi' 21 aprile, invece, si svolgera' l'informativa di Conte al Senato. L'appuntamento e' alle 15 (salvo diverse decisioni che potrebbe assumere l'Assemblea di palazzo Madama in occasione del voto sul calendario, non essendoci stata unanimita' in capigruppo). Riflettori puntati sull'intervento di Matteo Salvini. Ma, soprattutto, sugli interventi di M5s e Pd, le cui posizioni sul Mes restano distanti, con i primi nettamente contrari al ricorso al Fondo, e i secondi invece favorevoli ad utilizzare i 37 miliardi per la sanita'. Alle 17,30 il presidente del Consiglio replichera' l'informativa alla Camera.

Il clima che si vivra' nei due passaggi in Aula sara' sicuramente indicativo di quanto accadra' nelle prossime settimane. Sara' molto importante, poi, l'esito della giornata di mercoledi' 22 aprile: l'Aula del Senato, infatti, dovra' votare l'autorizzazione chiesta dal governo al nuovo scostamento di bilancio. Tuttavia il voto potrebbe slittare, in quanto l'orientamento del governo nelle ultime ore sembra propendere per un rinvio di alcuni giorni per presentarla insieme al Def.

La relazione sul nuovo scostamento di bilancio sarebbe dovuta approdare sul tavolo del Cdm di domani, ma fonti di governo fanno presente che, con ogni probabilita', sara' rinviata di un paio di giorni per "ragioni tecniche". L'obiettivo e' far procedere la richiesta al Parlamento di un nuovo aumento del deficit assieme al Def, che fissera' il nuovo quadro macroeconomico costruito tenendo conto degli effetti della crisi scatenata dall'epidemia di coronavirus.

Se, nonostante il rinvio, dovesse essere confermato il timing gia' fissato dalla Capigruppo del Senato, l'Assemblea di palazzo Madama si riunira' nel primo pomeriggio di mercoledi': dopo l'intervento del governo (la scorsa volta e' stato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ad illustrare la relazione) si aprira' il dibattito sulle risoluzioni e, quindi, si procedera' con il voto. Se le opposizioni dovessero confermare la linea di collaborazione decisa in occasione del primo voto sul deficit, il rischio numeri al Senato non si porra'.

Discorso diverso, invece, se le opposizioni dovessero votare contro o, comunque, non votare a favore della risoluzione di maggioranza che autorizza lo scostamento. A quel punto, sara' necessario 'racimolare' tutti i voti possibili per superare l'asticella della maggioranza assoluta, tenuto conto anche della possibile riduzione del numero dei senatori presenti, come accaduto in occasione delle ultime votazioni a causa delle norme sul rispetto delle distanze. Nella maggioranza si danno per certi i voti favorevoli di Forza Italia, che finora ha mantenuto una linea meno barricadera nei confronti del governo, soprattutto sul Mes. Secondo alcune fonti parlamentari, se dovesse proseguire lo scontro aperto con il premier, Lega e FdI potrebbero scegliere di astenersi per non votare contro.

Ma e' prematuro al momento fare previsioni, tanto piu' su un voto necessario per liberare risorse da destinare all'economia del Paese. Difficile, quindi, che alcune forze politiche assumano una posizione nettamente contraria. Da calendario deciso dalla Conferenza dei capigruppo, il turno della Camera per esprimersi sul nuovo scostamento sara' invece venerdi' 24. Stesso discorso: per l'ok allo scostamento serviranno almeno 316 voti favorevoli.

Una volta superato il banco di prova dell'Aula e dei numeri sullo scostamento, un'altra 'prova' attende il governo: tra mercoledi' e giovedi', infatti, a Montecitorio si votera' la fiducia sul decreto Cura Italia. I numeri alla Camera non impensieriscono la maggioranza, ma si trattera' anche di capire, qualora dal governo non dovessero arrivare le aperture annunciate sugli emendamenti, quale atteggiamento assumeranno le opposizioni, se di scontro totale o di critica moderata.

E proprio mentre l'Aula di Montecitorio affrontera' il voto di fiducia, Conte sara' impegnato nella difficile trattativa in sede Ue, con i riflettori puntati sulle decisioni in merito al Mes. Infine, se come trapela in queste ore la relazione del governo sul nuovo scostamento dovesse slittare a meta' settimana, con una possibile riunione del Cdm mercoledi', si ipotizza - come successo in occasione del primo voto sull'aumento del deficit, lo scorso 11 marzo - che anche il Senato possa dover votare nella giornata di venerdi' assieme a Montecitorio.