Economia

Dopo Rivera inizia il valzer delle nomine: Eni, Enel, Leonardo. La mappa

di Marco Scotti

Con il successore del DG del Tesoro si apre un valzer di poltrone: Profumo, Descalzi, Starace, Donnarumma, Del Fante, Cattaneo e non solo

Gli "insospettabili"

A proposito di Cdp, pare che Fabrizio Palermo, che della Cassa è stato amministratore delegato prima di Scannapieco, abbia accettato l'incarico di amministratore delegato di Acea per essere pronto a saltare in corsa su una poltrona a lui gradita. Quale? Nel caso in cui Donnarumma dovesse andare in Enel, Terna potrebbe essere una buona soluzione. Sullo sfondo rimane sempre il nome di Flavio Cattaneo. Affaritaliani.it l'aveva anticipato ma all'epoca il manager, marito di Sabrina Ferilli, non sembrava molto disposto a lasciare la sua carriera imprenditoriale (è il fondatore di Itabus) per tornare nell'agone delle partecipate. Oggi però qualcosa sembra essere cambiato. Se per tutto il 2022 sono state respinti i tentativi di acquisizione di Italo da parte di altri soggetti (si parla di Msc), pare che nel 2023 qualcosa potrebbe cambiare: il fondo americano Gip, che detiene il 72,6% del capitale, potrebbe decidere di vendere per una cifra compresa tra i 5 e i 5,5 miliardi, con una plusvalenza notevole. Anche perché a febbraio saranno cinque anni dall'ingresso nell'azienda, un arco temporale giusto per un fondo per pianificare una exit. 

Che cosa c'entra Cattaneo? La Reinvesting Shareholders (cioè la holding dei fondatori di Italo di cui fanno parte, oltre allo stesso Cattaneo anche Luca Cordero di Montezemolo, Giovanni Punzo, Isabella Seragnoli, Alberto Bombassei, Peninsula Capital) detiene ancora oggi il 7,7% della compagnia di treni. Se si dovesse concretizzare la cessione per 5,5 miliardi si tratterebbe della cifra monstre di 423 milioni. A questo punto sì che l'ex numero uno di Terna potrebbe rendersi disponibile a scendere in pista, ma solo per una poltrona di peso. Quale? Diciamo solo che inizia per... "E".