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Economia
Enel, slitta la cessione del 50% di OF a Macquarie-Cdp. Sale il prezzo
Starace, AD di Enel

Slitta rispetto alle scadenze immaginate sei mesi fa il closing della cessione del 50% di Open Fiber da parte di Enel a Macquarie (40%) e a Cdp (10%). Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che con lo slittamento comincia a decorrere il meccanismo che fa salire il prezzo a carico dei compratori. L'intesa siglata a fine 2020 tra Enel e il fondo australiano prevedeva che qualora il closing dell'operazione fosse andato oltre il 30 giugno, il corrispettivo concordato - pari a complessivi 2,65 miliardi - sarebbe aumentato con un tasso di interesse del 9% su base annua. Importo che qualora il fondo avesse rilevato (come poi avvenuto) solo il 40% sarebbe sceso a 2,12 miliardi.

Se quel tasso di interesse verrà rispettato, nel caso del ritardo di un mese i compratori a fine luglio dovrebbero riconoscere a Enel circa 20 milioni di euro in più. Anche se in verità non è detto che per arrivare alla firma ci voglia così tanto: secondo alcuni rumors potrebbe arrivare già a metà luglio se non addirittura prima. La somma concordata da Enel e dal fondo è inclusiva del trasferimento al compratore del prestito soci concesso a Open Fiber del valore di 270 milioni di euro (valore anche questo stimato al 30 giugno 2021). L'atto che manca all'appello è la firma dei tre soggetti ai documenti per dare il via libera formale all'operazione e notificarla, per avere il via libera di rito, alle autorità come l'Antitrust europeo.

Quella stessa firma si rende necessaria anche per raggiungere l'accordo sull'interim management che dovrebbe definire chi e in che modo gestirà Open Fiber fino a quando non ci saranno tutti i via libera alla cessione. Il cambio al vertice di Cdp a fine maggio, con la nomina di Dario Scannapieco nel ruolo di ad al posto di Fabrizio Palermo, ha sicuramente contribuito al rallentamento anche perchè il nuovo arrivato avra' voluto vedere tutte le carte prima di prendere qualsiasi decisione.

E potrebbe avere un'idea diversa sul management che dovrà gestire Open Fiber rispetto alla precedente gestione della Cassa. Tra i passaggi formali da espletare, una volta siglato l'accordo, ci sara' la richiesta dell'autorizzazione ai sensi della procedura golden power e l'esame dell'Antitrust europeo. Tutto questo potrebbe richiedere almeno fino all'autunno per il nulla osta.

Resta poi da capire come la direzione concorrenza di Bruxelles valuterà l'ascesa di Cdp a una posizione di controllo di Open Fiber (peraltro consolidando anche tutto il relativo debito) quando la stessa societa' detiene una quota vicina al 10% nel capitale sociale di Tim, società che è diretto concorrente nella posa della fibra ottica oltre ad essere una candidata potenziale per un merger a fini della creazione di una "rete unica".

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