Economia
Io, imprenditore disperato, dico: "I rincari del gas ci faranno chiudere"
I rincari energetici stanno mettendo in ginocchio l'Italia, con le bollette che hanno visto un incremento di prezzo di 30 miliardi di euro in soli tre anni
Così, anche se il rincaro nelle commodity appare comune a tutte le economie occidentali, è anche vero che sono emersi profondi divari nella dinamica dei prezzi al consumo nelle diverse economie. Tornando al nostro Paese, si prevede che i costi energetici per le imprese industriali raggiungeranno i 37 miliardi nel 2022, contro gli otto del 2019. Questo spropositato aumento nei costi si traduce in una brusca compressione dei margini operativi sia per i settori che producono beni di consumo sia per quelli energivori come cemento e ceramica, metallurgia, legno e carta.
Questa dinamica è responsabile in larga parte dell’aumento dell’inflazione che nel 2020 registrava un calo del meno 12,7%. Cosa fare allora per invertire questo pericoloso trend? Appare fondamentale un intervento immediato sulle componenti fiscali e parafiscali della bolletta elettrica e del gas naturale, aumentando il livello di esenzione per i settori della manifattura, in particolare i comparti energivori a rischio delocalizzazione.
Si potrebbe anche prevedere una misura, sull’esempio di quanto fatto in Francia, che promuova azioni di contenimento della percentuale di aumento delle tariffe o che, come in Germania, preveda forti agevolazioni fiscali. In secondo luogo è importante e qui possono venirci in aiuto i soldi del Pnrr aumentare la produzione nazionale di gas naturale e riequilibrare, sul piano geopolitico, la struttura di approvvigionamento del Paese.
È inoltre importante che si promuova una riforma del mercato elettrico. Utilizzare le riserve non pienamente sfruttate presenti nel nostro Paese non rappresenta solo una opportunità di lavoro per l’indotto del settore, l’abbassamento del costo dell’energia e la crescita della sicurezza energetica nazionale ma significa anche ridurre le emissioni.
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