Economia
Eni apre le porte della piattaforma Garibaldi C: il tour di Affari Italiani
Tour sulla piattaforma al largo di Marina di Ravenna: l’arrivo in elicottero, il giro del gas, l’incontro con il personale
In occasione dell’OMC (Offshore Mediterranean Conference & Exhibition), Affari Italiani ha avuto modo di visitare la Garibaldi C, piattaforma di Eni al largo di Marina di Ravenna: una storia solida, con lo sguardo rivolto al futuro.
Partenza dall’hotel al mattino di buon’ora. Il cielo è terso, l’aria frizzante e il mare mosso. Dovremo per questo raggiungere la piattaforma via elicottero e non via mare come ci era stato preventivato. All’emozione di visitare una piattaforma in mezzo al mare per la prima volta, si aggiunge quindi l’emozione di arrivarci via elicottero.
Riuniti in una delle sale del Distretto Centro Settentrionale, si procede con la vestizione e con un brief sulle norme di sicurezza da rispettare a bordo della piattaforma. Indossata la tuta e calzate le scarpe, veniamo pesati per stabilire il bilanciamento ottimale degli elicotteri. Fortunatamente possiamo partire tutti, nessuno escluso. Veniamo aiutati a indossare le tute gialle, una protezione fondamentale per affrontare il viaggio in elicottero. Prima di partire, è il momento di un secondo brief, questa volta sulla sicurezza in volo. Pronti? Si vola!
Dopo una decina di minuti raggiungiamo la Garibaldi C, a circa 15 km dalla costa. Indossati caschi e occhiali di protezione, veniamo radunati nella sala principale per un terzo e ultimo brief che ha come oggetto i comportamenti da tenere a bordo (repetita iuvant): i cellulari si possono utilizzare esclusivamente in alcune aree, per salire e scendere le numerose scale è bene reggersi sempre con due mani, bisogna prestare attenzione agli eventuali segnali d’allarme. In sintesi: prudenza.
Il giro del gas ci attende, prima però qualche cenno storico e logistico. Come racconta Giorgio Ricci Maccarini, responsabile delle Operazioni del Distretto Centro Settentrionale Ravenna Eni upstream, il campo Garibaldi Agostino è nato tra il ’69 e il ’70 con le prime quattro strutture; tra il ’94 e il ’96 sono state create altre piattaforme, tra cui la Garibaldi C. Sulla piattaforma Garibaldi C sono presenti 12 pozzi, di cui al momento solamente due attivi, con una produzione di 20.000 standard metri cubi giorno di gas. Il gas prodotto, principalmente metano, viene convogliato nella centrale di Casalborsetti, dove converge anche il gas prodotto dalle piattaforme satellite, raggiungendo circa 900.000 standard metri cubi giorno di gas metano; da lì il gas viene consegnato alla Snam Rete Gas.
Il nostro tour del gas ha inizio dal pozzo, di cui per ovvie ragioni si può osservare soltanto la testa, e termina nella zona in cui si processa e gestisce il gas estratto. Cellulari e macchine fotografiche sono vietate per ragioni di sicurezza durante tutto il percorso, eccezion fatta per il main deck e per l’eliporto.
La Garibaldi C è un punto di riferimento, una base, un hotel per le persone che devono poi muoversi verso le strutture satellite. Gabriele Granata, supervisore del Campo Garibaldi, ripercorre con Affari Italiani la visita sulla piattaforma: “Oggi sulla Garibaldi C vi abbiamo mostrato il giro del gas. Siamo partiti dalla testa pozzo, da dove arriva il gas, arrivando poi al separatore nella zona del molo di processo; infine siamo saliti sull’eliporto”. I turni di lavoro sulla Garibaldi C sono organizzati in 15 giorni di lavoro e 13 giorni di riposo, “una condizione ottimale” dice un dipendente con il sorriso sulle labbra.
Tra i 17 dipendenti presenti in questo momento sulla Garibaldi C, c’è anche Matteo, 19 anni, assunto da Eni in seguito a un periodo di apprendistato: “Con la scuola abbiamo fatto un progetto di apprendistato con Eni durato due anni – racconta Matteo – il lunedì avevamo lezione in distretto a Marina di Ravenna e durante l’estate abbiamo affiancato gli operatori”.
Il rapporto tra la piattaforma e le scuole è un rapporto vivo: “solo dalle scuole abbiamo più di 200 visitatori all’anno” racconta un dipendente. Gli studenti provengono da istituti e licei non solo di Ravenna e delle zone limitrofe ma anche di città come Milano, Roma e Napoli. Il senso appare chiaro: trasmettere il sapere acquisito in anni di esperienza, con un sguardo rivolto al futuro e alle nuove generazioni.
Ravenna dunque come base storica, ma anche punto da cui partire per scrivere le tappe del prossimo futuro. Proprio nell’offshore di Ravenna, Eni ha installato un innovativo sistema in grado di trasformare l’energia prodotta dalle onde in energia elettrica. Questa tecnologia in futuro consentirà di convertire piattaforme offshore mature in hub per la generazione di energia rinnovabile.