Economia
Eni spinge sulla digitalizzazione basata sulle competenze:tecnologia e persone










Fase cruciale per la digitalizzazione di Eni, avviata con il supercalcolatore HPC4. L'AD Claudio Descalzi ha spiegato, al Green Data Center, i passi compiuti
Eni, una digitalizzazione basata su tecnologia e competenze delle persone
Eni porta avanti il percorso di digitalizzazione dell'azienda: l'AD Claudio Descalzi ha parlato del ruolo della tecnologia e delle competenze per il progresso. Il percorso di digitalizzazione della compagnia è ora nella sua fase cruciale e ha vissuto una tappa fondamentale con l’avvio del nuovo supercalcolatore HPC4, che dota Eni del sistema di calcolo più potente al mondo a livello industriale. L’AD Claudio Descalzi ha fatto il punto nell’ambito di un incontro organizzato presso il Green Data Center Eni insieme a rappresentanti del mondo scientifico e dell’azienda. Il sistema di supercalcolo sarà alimentato anche dal nuovo impianto fotovoltaico installato presso il centro, il primo a entrare in esercizio nell’ambito del Progetto Italia.
Claudio Descalzi, AD di Eni, ha parlato della digitalizzazione dell'azienda attraverso competenze e tecnologia
Sono ben 150 i progetti di digitalizzazione trasversali a tutte le aree di business e oltre 150 i manager coinvolti, con l’obiettivo di raggiungere importanti benefici economici e operativi nel breve e medio termine. La società ha intrapreso la via della trasformazione digitale da diversi decenni, molto prima che nell’industria si cominciasse a parlarne, ed è riuscita nel tempo a trasformare la necessità di elaborare grandi quantità di dati in un grande vantaggio competitivo. Ma se il progresso tecnologico oggi offre opportunità fino a poco tempo fa impensabili, senza le persone e le competenze si tratterebbe di uno strumento estremamente potente ma improduttivo. La trasformazione digitale di Eni è quindi una storia di integrazione tra persone, competenze, tecnologia e informatica. Proprio grazie a questo mix, Eni è riuscita a raggiungere risultati straordinari, come per esempio la storica scoperta egiziana di Zohr, la più grande mai effettuata nel Mar Mediterraneo. È quanto è emerso oggi nell’ambito dell’evento “Imagine Energy. Storie di dati, persone e nuovi orizzonti”, che si è tenuto presso il Green Data Center Eni (GDC) di Ferrera Erbognone e nell’ambito del quale sono intervenuti l’Amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, il Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Prof. Massimo Inguscio, esponenti del mondo scientifico e rappresentanti di Eni.
Il percorso di trasformazione digitale di Eni
L’AD di Eni ha delineato il percorso di digitalizzazione intrapreso dalla compagnia, avviato trent’anni fa e che recentemente ha vissuto una tappa fondamentale con l’avvio presso il Green Data Center del supercalcolatore HPC4. La trasformazione digitale di Eni, destinata a coinvolgere tutte le aree di attività della compagnia, si pone una pluralità di obiettivi trasversali: dal miglioramento della sicurezza e della salute degli operatori della società, all’aumento ulteriore del livello di affidabilità, operabilità e integrità tecnica degli impianti, con benefici sia in termini di sicurezza che di impatto ambientale; dal rafforzamento delle performance economico-operative, allo sviluppo di nuovi modelli di business e all’incremento della rapidità dei processi decisionali, che diventeranno sempre più data driven. Nel lungo termine, la trasformazione digitale si integra in un più ampio processo di evoluzione che renderà Eni ancora più integrata nei suoi processi, sempre più capace di unire le competenze digitali emergenti con le competenze tecniche tradizionali, aperta all’innovazione nell’ambito di collaborazioni con le start up tecnologiche più avanzate, più veloce nei propri processi operativi e di lavoro, sempre più attraente nei confronti dei giovani talenti.
Eni ha cominciato ad approcciare il mondo digital con i primi calcolatori potenti e software proprietari associati al calcolo e trattamento di enormi quantità di dati: sia quelli geologici relativi all’esplorazione, sia quelli alla base delle simulazioni fluido dinamiche in giacimento. Successivamente, la società ha avviato lo sviluppo di algoritmi ‘proprietari’ nelle attività di esplorazione. Negli anni 2000, Eni ha poi riscritto i propri algoritmi, ingegnerizzandoli secondo una struttura dell’hardware integrata (CPU+ GPU) che consentisse di superare la logica sequenziale e di lavorare per cluster di calcolo. In questo modo, ogni elaborazione viene scomposta in diversi “job” che vengono poi ricomposti alla fine, permettendo di lavorare in parallelo più velocemente. Oggi, l’inserimento di HPC4 nel sistema di supercalcolo di Eni consente alla compagnia di disporre di un’infrastruttura di calcolo con una capacità di picco pari a 22,4 Petaflop, vale a dire 22,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche svolte in un secondo.