Economia
Ennio Doris, Mediolanum: “Coronavirus, bisogna dare denaro e fare presto”
SWG: “66% delle imprese teme di avere difficoltà di accesso al credito”. Doris: “Serve economia meno bancocentrica”
Si è tenuto il Webinar “Che italia sarà. Economia, banche e finanza”, al quale sono intervenuti Ennio Doris, presidente e fondatore di Banca Mediolanum, Roberto Arditti, presidente Kratesis e Alessandra Dragotto, direttore di ricerca SWG.
Alessandra Dragotto, direttore di ricerca di SWG, ha riportato dati della survey “Che Italia sarà”, che rappresentano uno spaccato di un Italia molto preoccupata per la crisi economica oltre che sanitaria: il pessimismo è il sentimento dominante e il tema del rischio è entrato a far parte del vivere quotidiano, basti pensare che il 76% ritiene che la situazione economica peggiorerà, il 52% è preoccupato per la situazione economica familiare, 56% è preoccupato per quella dell’azienda nella quale lavora.
Per quanto riguarda le famiglie il 46% è costretto a intaccare i suoi risparmi, il 27%non potrebbe essere in grado di pagare le spese fisse mentre il 52% degli occupati hanno paura di perdere il posto di lavoro.
Le ripercussioni sul tessuto produttivo sono piuttosto allarmanti in particolare nei settori del commercio e dell’artigianato, che registrano una forte riduzione del fatturato.
Ma, in questo fosco scenario, qual è il ruolo delle banche?
Il 79% ritiene infatti che le banche fin qui non hanno supportato il Paese, il 66% delle imprese teme invece di avere difficoltà di accesso al credito.
Ennio Doris, Presidente e Fondatore di Banca Mediolanum, non si dice tuttavia stupito di questi risultati che riportano la sfiducia e lo smarrimento degli italiani davanti a una crisi per certi aspetti inedita:
“Questa è la crisi economica più grave dal dopoguerra e in più è diversa da tutte le altre perché viene totalmente dal di fuori dall’economia. Inoltre mentre generalmente nelle altre crisi era solo un settore ad ammalarsi, il lockdown ha finito per colpire tutti i settori. È chiaro che il calo del PIL globale sarà il più profondo dal dopoguerra”.
Il Presidente si sofferma poi sul modello americano per la ripartenza, contrapponendolo a quello europeo e poi più specificatamente italiano:
“Chi ha chiuso senza aver incassato niente e in grado di riaprire? La priorità negli altri Paesi come negli Stati Uniti è stata quella di consentire davvero la ripartenza: negli Stati Uniti la Banca Centrale ha deciso di immettere liquidità sul mercato senza limitazioni, contemporaneamente il governo ha messo in campo importanti provvedimenti. Quindi Il futuro e la ripresa dell’economia americana si può prevedere forte e positiva”
“Le preoccupazioni sono più grandi in Europa, perché c’è uno sforzo solo dei singoli paesi. L’Italia ha affrontato la situazione con un debito più elevato e un’economia già in calo. Da un lato se l’economia mondiale riprenderà allora quella italiana, legata all’export, ne beneficerà, ma tutto quello che riguarda il mercato interno resta un grosso problema”.
Un’altra criticità individuata è ancora quello della burocrazia: “C’è una burocrazia pazzesca in Italia. Basti pensare che il Decreto Rilancio, ha bisogno a sua volta almeno di 100 decreti attuativi”
“Mentre i lavoratori vanno in cassa integrazione, quelli autonomi sono in una situazione difficilissima. Bisogna dare denaro e fare presto”.
“Economia italiana troppo bancocentrica, occorre mentalità pro imprese e pro mercati”
"Siamo uno dei paesi fondatori dell’Europa e in quel momento eravamo trainanti dal punto di vista economico. Poi nel nostro Paese si è diffusa una cultura anti impresa per cui l’economia italiana è diventata l’unica economia bancocentrica: non c’è nessun sistema economico per cui oltre il 90% dei finanziamenti alle imprese proviene dalle banche”, continua il Presidente.
Sul rapporto tra banche e investitori ancora: “Sparare sulle banche e come sparare sulla croce rossa, ma se c’è questo clima un motivo c’è. Conte ha detto ‘ Speriamo che le banche siano generose’, ma qualsiasi banca non vede l’ora di fare prestiti garantiti, il problema burocratico non è con la Banca ma con l’ente che dà la garanzia…”
“Patrimoniale? una condanna economica per il Paese. Occorrono stimoli fiscali. Puntare su innovazione e sostenibilità.”
Sulla possibilità di una patrimoniale, il Presidente invece: “La mia opinione è che sarebbe una condanna economica definitiva del Paese perché toglierebbe completamente fiducia. Se ne esce se si fanno stimoli fiscali” Su quest’ultimo punto Doris aggiunge: “Quando si è in declino l’innovazione è determinante per il futuro, ma non solo quella fine a sé stessa: innovazione e sostenibilità devono essere concepite insieme.
Sono convinto che le imprese saranno distinte tra quelle che pensano solo a un profitto puro e quelle che danno un contributo per un mondo migliore”.
"Finanziamenti, a maggio la nostra clientela è ripartita. Draghi? Straordinario come ha condotto la BCE”
In conclusione l’auspicio del Presidente è che si “si vada verso un mondo misto finanziario-bancario nel quale le imprese possano avere una pluralità di opportunità per gli investimenti”, aggiungendo un dato ottimista: “per quanto ci riguarda i finanziamenti sono precipitati a marzo ed aprile, ma a maggio stiamo raggiungendo i livelli degli ultimi due mesi: la nostra clientela è ripartita!”
Su Draghi infine: “è uno dei patrimoni del paese e dell’Europa. Straordinario come ha condotto la BCE, andrebbe benissimo alla guida del nostro paese ma in questa situazione di governi di coalizione rischia di essere paralizzato. Sarebbe diverso come Presidente della Repubblica…”