Economia
Esm, all’Eurogruppo passa la riforma:diventerà Fondo Monetario Europeo
L’Eurogruppo passa la riforma dell’Esm. Il fondo salva-stati verso la trasformazione in Fondo Monetario Europeo. Era la linea Schauble.
Bepi Pezzulli non è uno che gira attorno ai problemi: “in questa partita a scacchi, Bruxelles ha fatto l’arrocco”. L’avvocato d’affari, Presidente del think-tank eurocritico e filo-britannico Select Milano si riferisce alle deliberazioni prese all’Eurogruppo di dicembre, col silenzio-assenso di Roma. I 19 ministri delle finanze dell’Eurozona hanno adottato un documento di riforma dell’ESM che ha un solo possibile destinatario: l’Italia. Secondo Milano Finanza “l’impressione è che la Commissione Ue si prepari alla possibilità di un intervento in previsione di un aumento insostenibile del cost of funding italiano. A Bruxelles sanno che l’economia italiana è in recessione e attendono i dati del Q4 che sanzioneranno due trimestri consecutivi di decrescita”. Nel global market outlook di dicembre, Goldman Sachs ha tagliato le proprie stime di crescita per l'Italia dallo 0,9% precedente (report di settembre) allo 0,4% per l’anno 2019.
Nel dettaglio, l’Eurogruppo ha deciso di rafforzare gli strumenti di controllo della Commissione Ue sulle finanze pubbliche degli Stati membri. Lo European Stability Mechanism (il fondo salva-stati) da organismo di co-operazione inter-governativa diventa quindi una istituzione comunitaria. Di conseguenza, le decisioni operative passano dai governi degli Stati membri alla Commissione Ue. Lo schema apre nei fatti alla trasformazione in Fondo Monetario Europeo come previsto nel Piano Juncker. Questo significa risorse in cambio di riforme strutturali. Quali riforme strutturali? Quelle decise a Bruxelles. In conferenza stampa, il Presidente dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, non si è nascosto dietro la proverbiale foglia di fico: “Abbiamo concordato di rafforzare il ruolo dell’Esm per essere in condizione di prevenire crisi nell’area euro e sviluppare capacità di intervento e risoluzione”. Pezzulli osserva: “ovviamente, non c’è nulla di sbagliato nella disciplina fiscale e c’è chi ne ha un disperato bisogno; tuttavia un conto è programmarla un conto è subirla senza saper incidere sui processi di formazione della politica comunitaria nelle sedi deputate”. Secondo le nuove norme, l’Esm potrà erogare linee di credito precauzionali, cioè fondi d’emergenza, agli Stati membri in temporanea difficoltà sui mercati dei capitali a condizione che essi rispettino i vincoli del Fiscal Compact. Cioè proprio quei vincoli, al centro del dibattito politico interno, sui quali l’Italia intende ottenere flessibilità. Vengono inoltre introdotte le “single-limb cacs”. Tutto il debito pubblico emesso nell’Eurozona a far data dal 2013 già contiene clausole di azione collettiva, che permettono allo Stato emittente di negoziare con gli investitori di maggioranza la ristrutturazione di una tranche di debito anche contro la volontà degli investitori di minoranza. Le single-limb cacs ora prevederanno l’aggregazione del debito in maniera tale che una singola decisione di ristrutturazione si estende a tutto il circolante. Evidentemente, la nuova formulazione serve per imporre disciplina ai Governi “dissoluti” aumentando l’austerità delle politiche di bilancio. Poiché Cipro, Irlanda, Portogallo e Spagna sono economie ormai saldamente risanate dopo l’intervento dell’Esm seguito alla recessione globale, tanto fermento risponde a timori di shock nella zona Euro se le tensioni sul bilancio in Italia dovessero peggiorare. Juncker ha evidentemente deciso di giocare d’anticipo.
Il documento dell’Eurogruppo è all’ordine del giorno del Consiglio Europeo del 14 Dicembre per l’approvazione all’interno del pacchetto di riforma dell’unione economica e monetaria.
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