Esselunga, Giuseppe Caprotti: ora bisogna salvaguardare l'azienda
Esselunga, il figlio primogenito: "Sono vicino ai dipendenti. Cedere agli stranieri? Io non ho alcun potere"
"Sono vicino ai dipendenti e spero che l'azienda possa essere salvaguardata". Con queste parole Giuseppe Caprotti, figlio primogenito del patron di Esselunga Bernardo Caprotti, commenta con Affaritaliani.it il testamento del padre che ha lasciato il controllo del colosso dei supermercati alla vedova Giuliana Albera e alla figlia prediletta Marina Sylvia.
Giuseppe Caprotti dosa bene le parole e alla domanda sull'eventuale cessione a gruppi esteri di Esselunga si limita a rispondere: "Mi sembra che l'assetto sia abbastanza chiaro e quindi non dipende da me. Non ho assolutamente voce in capitolo e non ho potere di decidere nulla". Ma se dipendesse da lei che cosa farebbe? "E' una domanda non pertinente perché è come chiedere a qualcuno che sta morendo se volesse rimanere in vita. Io non ho il controllo", afferma il figlio primogenito di Bernardo Caprotti.
Come ha reagito al testamento di suo padre? "Non ho commenti da fare in merito", risponde deciso Giuseppe Caprotti. Ma se è rimasto deluso o se l'aspettava? "Davvero, non insista. No comment".