Economia
Boom di affitti di case-vacanza: costano meno degli ombrelloni!
Il Covid e i tassi di interesse al minimo storico riaccendono la passione degli italiani per il mattone: volano anche gli acquisti
Covid e calcoli di opportunità fanno decollare gli acquisti e gli affitti di case-vacanza
Per quanto il Coronavirus non sia ancora debellato, le vacanze 2022 vengono considerate dagli esperti del settore come le prime del post-pandemia. Il Covid-19 infetta ancora, ma i suoi effetti sono generalmente più blandi e, dopo due anni di sacrifici e timori indotti anche dalla guerra in Ucraina, prevale la voglia di divertimento e spensieratezza. Non solo. In Italia si sta affermando una tendenza interessante, relativa all’acquisto e all'affitto di case-vacanza. Mentre scende il numero degli acquisti immobiliari fatti come forma di investimento, cresce la percentuale di chi decide di comprare una seconda casa dove trascorrere le vacanze: dal 5,8% rispetto al totale che si registrava nel 2019, siamo passati al 6,5% nel 2020 e al 6,9% del 2021. Una spiegazione piuttosto ovvia sta nel fatto che chi può permetterselo preferisce usufruire di spazi propri, piuttosto che frequentare hotel, villaggi e altri ambienti “promiscui”, dove aumenta il rischio di contagio. Ma non è l’unica motivazione.
In alcune località di villeggiatura particolarmente care, il costo di ombrelloni e lettini è talmente elevato da rendere più conveniente l’acquisto di un bilocale!
A dirlo sono i dati di Altroconsumo, secondo i quali quest’estate spenderemo il 10% in più rispetto al 2021 per accaparrarci l’agognato posto in spiaggia. Il tema relativo ai costi degli stabilimenti balneari è di grande attualità, visto anche il dibattito relativo alle concessioni statali e all’opportunità di rimetterle a bando, anche per innescare un meccanismo concorrenziale che si traduca in tariffe più favorevoli per gli utenti. Partendo dai costi attuali, Immobiliare.it li ha messi a confronto con quelli dei bilocali in affitto, ricavandone osservazioni interessanti: “A Gallipoli non c’è storia: è molto più conveniente affittare un bilocale (363 euro al mese il canone medio) rispetto ad accomodarsi sul lettino in spiaggia con una differenza di prezzo su base mensile di oltre 700 euro”, si legge nel report. “Lo stesso discorso vale anche per Alassio, pittoresca cittadina della Riviera ligure di Ponente: se il prezzo per un ombrellone si aggira sui 1.300 euro al mese, per affittare un piccolo appartamento sono sufficienti in media 740 euro”.
Ovviamente ci sono anche casi inversi: ad Anzio ed Alghero le spiagge sono decisamente più abbordabili rispetto al mattone, mentre a Rimini e Viareggio lo scarto c’è, ma meno eclatante, mentre a Taormina e a Senigallia i prezzi di acquisto e frequentazione sporadica praticamente si equivalgono. In questi casi le scelte si basano su valutazioni più soggettive, tra le quali vanno considerate anche quelle di chi possiede una casa e decide di metterla in vendita. Su questo punto ci viene in soccorso la ricerca di Tecnocasa: il 44,7% dei proprietari vende per migliorare la qualità abitativa, motivazione che supera il bisogno di liquidità (43%) e il trasferimento in altro quartiere o città (12,3%). Anche in questo caso c’è un evidente effetto-pandemia: l’emergenza sanitaria e i lockdown hanno messo in evidenza pregi e difetti delle abitazioni, spingendo molti proprietari a vendere la propria casa per comprare soluzioni più adatte alle proprie esigenze.
Tra chi compra, a partire dal fatidico 2020 si rileva un aumento della percentuale nella fascia compresa tra 18 e 34 anni, mentre diminuisce la componente di acquirenti che hanno 65 anni ed oltre. Si abbassa quindi l’età media degli acquirenti, anche grazie alle agevolazioni sui mutui agli under 36. Il finanziamento dalla banca è la soluzione prevalente, con il 51,4% dei casi, contro il 48,6% che compra in contanti. L’aumento del ricorso al credito rispetto agli anni precedenti è stato favorito anche dal fatto che i tassi di interesse tra il 2020 e il 2021 hanno toccato i minimi storici, sempre a causa dello tsunami rappresentato dal Covid-19.
Rispetto al taglio delle abitazioni oggetto di compravendita, il trilocale resta la tipologia più ambita (34,1%), pur con un lieve calo sul 2019 (35,5%) e in linea col il dato del 2020. Aumentano invece gli acquisti di abitazioni indipendenti e semindipendenti, passate dal 19,1% del 2019, al 21,4% del 2020, e quindi al 22,0% del 2021. Un ulteriore conferma del fatto che, soprattutto dopo la pandemia, gli italiani ambiscono a case più ampie e dotate di spazi esterni.