Economia
Evasione fiscale, ecco le categorie più "furbette": svettano le lavanderie
Pagelle fiscali, la triste classifica delle dichiarazioni "inaffidabili". Male anche ristoranti, panetterie, bar, pasticcerie, macellerie e centri per anziani
Fisco, la graduatoria delle categorie lavorative più "inaffidabili". Ci sono molte sorprese
Le dichiarazioni dei redditi del 2023 tracciano un quadro piuttosto triste per l'Italia per quanto riguarda l'evasione fiscale. L'agenzia delle Entrate ha pubblicato una mappa del rischio di evasione disegnata dalle dichiarazioni delle partite Iva ed è vastissima e piena di dettagli. Ecco la triste graduatoria della tendenza al nero, costruita in base alla quota di contribuenti che in ogni categoria non riesce a raggiungere nelle pagelle fiscali il voto "8": cioè la soglia minima che secondo l’amministrazione finanziaria indica l’"affidabilità" della dichiarazione. Nelle 7.645 lavanderie italiane - riporta Il Sole 24 Ore - oltre alle macchie sulle camicie sembrano sparire anche molti redditi, almeno agli occhi del Fisco. Che pure sulle strade percorse dalle auto a noleggio perde parecchio imponibile, insieme a quello lasciato in ristoranti, panetterie, bar, pasticcerie, macellerie, ma anche negli impianti sportivi e nei centri che gestiscono l’assistenza domiciliare di anziani e disabili.
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I numeri - prosegue Il Sole - mostrano che anche nella lotta all'evasione prevenire è meglio che curare. Per capirlo basta ribaltare la classifica, e vedere chi occupa le posizioni di fondo dove si concentrano le poche categorie in cui le pagelle fiscali brillanti sono la maggioranza. A staccare tutti sono farmacie e studi medici, con un tasso di affidabilità al 75% alimentato anche dal contrasto di interessi che aumenta il valore dei pagamenti tracciabili grazie agli sconti fiscali. Certo, il meccanismo non è generalizzabile perché una detrazione per tutte le spese tracciabili farebbe crollare il gettito; ma lì, come in molte delle attività paramediche, funziona. Fra i professionisti è da segnalare anche la performance di dottori commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro, il gruppo con la quota minore (42,5%) di pagelle fiscali opache seguiti in questa graduatoria da professionisti dell’informatica, geologi, veterinari e dentisti.