A- A+
Economia
Ex-Ilva, alta tensione Invitalia-Arcelor: "Accordo a nostra insaputa"
Raffaele Fitto, Lucia Morselli e Bernardo Mattarella

Ex-Ilva, alta tensione tra Invitalia e ArcelorMittal

Il caso dell'ex Ilva di Taranto continua a suscitare polemiche e confusione, mentre la sopravvivenza di uno degli impianti siderurgici più grandi d'Europa è in gioco. Recentemente, il Partito Democratico pugliese ha criticato il governo guidato da Giorgia Meloni, accusandolo di fare "solo passi indietro" e di non prendere sul serio la vertenza industriale che coinvolge Taranto. Questa critica è arrivata dal segretario regionale del Partito Democratico della Puglia, Domenico De Santis, che ha sottolineato l'importanza di concentrarsi sulla decarbonizzazione e sulla tutela dei lavoratori e della salute dei cittadini.

Leggi anche: Ex Ilva, lavoratori bloccano l'autostrada A1: in tilt la diramazione Roma sud

La situazione è diventata ancora più intricata con l'accordo di rilancio del valore di oltre 5 miliardi di euro, siglato tra il ministro Raffaele Fitto e ArcelorMittal. Sorprendentemente, il socio pubblico di Acciaierie d'Italia, Invitalia, non era a conoscenza di questo accordo, né sembrava esserne informato il Ministero dell'Economia. Fitto sembrava aver condotto i negoziati direttamente con gli azionisti di maggioranza di ArcelorMittal, senza coinvolgere adeguatamente le parti interessate. La mancanza di trasparenza ha portato a nuove tensioni tra Invitalia e ArcelorMittal in Acciaierie d'Italia. Invitalia, la società pubblica controllata dal Ministero dell'Economia, detiene il 38% delle azioni di Acciaierie d'Italia, mentre ArcelorMittal è il maggiore azionista con il 62%. In una lettera inviata a diversi vertici aziendali, Invitalia ha sollevato varie contestazioni, sottolineando la mancanza di collaborazione e la violazione delle clausole contrattuali da parte di AdI.

Leggi anche: Ex Ilva, Bernabè esce di scena: ultimo atto del manager per ogni stagione

In una lettera che Bernardo Mattarella, ad di Invitalia, ha spedito a Franco Bernabé e Lucia Morselli, rispettivamente presidente e ad di Acciaierie d’Italia Holding, ma anche ad Acciaierie d’Italia spa, ad ArcelorMittal SA in Lussemburgo e ad ArcelorMittal Italy Holding a Milano, si avanzano una serie di contestazioni e si evidenzia per “l’ennesima volta, il grave difetto di disponibilità e collaborazione nei confronti della nostra società e la ancor più grave mancata conformità alle pattuizioni contrattuali”. Un primo punto di contestazione sollevato da Invitalia riguarda il fatto che AdI non abbia fornito al socio pubblico elementi sullo stato della società siderurgica. Questo per “la corretta valutazione circa il possibile esercizio dei propri diritti, in particolare, la sussistenza o meno dei presupposti per l’ammissione di ADIH alla procedura di amministrazione straordinaria”.

Leggi anche: Ex-Ilva, sindacati al governo: "Soluzione rapida o situazione irreversibile"

Secondo Invitalia, dall’azienda “non è stato fornito un aggiornamento sui piani di produzione di acciaio e, in particolare, su quale sarebbe l’entità della liquidità necessaria per far fronte all'indicato impegno di 4 milioni di tonnellate di acciaio. A fronte della delicata situazione corrente, ADIH avrebbe dovuto fornire almeno una situazione economico-patrimoniale e finanziaria aggiornata, nonché un prospetto dei flussi di cassa a 12 mesi”. A ciò si aggiunga che l’11 settembre è stato sottoscritto da AdI un Memorandum of Understanding “senza che ne fosse stata data alcuna comunicazione e preventiva informazione al consiglio di amministrazione della holding capogruppo”. In sostanza, Invitalia non ne è stata messa a conoscenza. Inoltre, il rappresentante del privato, “in occasione delle riunioni consiliari del 21 settembre e del 16 ottobre, non ha fornito alcun dettaglio in proposito pur essendo stato personalmente firmatario”. Il socio pubblico é stato quindi tenuto all’oscuro e questo determina “il sorgere di precise responsabilità”.

Uno dei principali punti di contestazione riguarda il fatto che AdI non ha fornito a Invitalia informazioni essenziali sulla situazione finanziaria e produttiva dell'azienda siderurgica. Questo ha impedito a Invitalia di valutare adeguatamente l'esercizio dei propri diritti, in particolare riguardo all'ammissione di AdI alla procedura di amministrazione straordinaria. Invitalia ha anche sottolineato che AdI ha sottoscritto un Memorandum of Understanding senza informare preventivamente il consiglio di amministrazione, mantenendo il socio pubblico all'oscuro della situazione. Questa mancanza di trasparenza e comunicazione tra i partner aziendali solleva questioni sulla responsabilità di chi è coinvolto nella gestione dell'ex Ilva di Taranto. La situazione è ancora più preoccupante considerando la delicatezza e l'importanza di questa vertenza industriale, non solo per l'economia locale ma anche per la salute dei cittadini e dei lavoratori. La mancanza di una valutazione preventiva dell'impatto sanitario è stata denunciata da Legambiente Taranto, che sottolinea la necessità di basare le decisioni su basi scientifiche per evitare ulteriori rischi per la salute pubblica.

In un momento in cui il futuro dell'ex Ilva di Taranto è incerto, è cruciale che tutte le parti coinvolte agiscano con trasparenza, responsabilità e nel migliore interesse della città e delle persone che vivono e lavorano nella zona. La situazione richiede una gestione oculata e un impegno a garantire la sicurezza e la sostenibilità dell'industria siderurgica, oltre a promuovere la transizione verso un'economia più verde e sicura.

 

Invitalia: su ex-Ilva richiesti chiarimenti su governance

Riceviamo e pubblichiamo.

In merito ad alcune ricostruzioni di stampa pubblicate oggi sulla comunicazione di Invitalia ai vertici di Acciaierie d’Italia e di Arcelor Mittal, si precisa che la richiesta di chiarimenti e informazioni riguarda la corretta governance della società. Nello specifico la richiesta di chiarimenti e verifiche avanzata riguarda la messa a disposizione di documentazione aggiornata sulla situazione economico-patrimoniale e finanziaria di Acciaierie, nonché alcune recenti scelte aziendali non condivise. La comunicazione non riguarda in alcun modo la collaborazione e il lavoro comune che si sta portando avanti con le istituzioni e in particolare con il Governo, che prosegue costantemente nello sforzo di giungere a una soluzione positiva.

Iscriviti alla newsletter





in evidenza
Affari in rete

Guarda la gallery

Affari in rete


motori
Nissan lancia il nuovo Qashqai nelle concessionarie italiane

Nissan lancia il nuovo Qashqai nelle concessionarie italiane

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.