Economia

Fattura elettronica obbligatoria per i forfettari dal 1º luglio: cosa sapere

Scatta l'obbligo di fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario a partire dal mese di luglio. Tra novità e modalità: la guida per orientarsi

Come detto  in  precedenza, la nuova norma, che riguarda una platea di più di 1 milione e mezzo di professionisti, estende l’obbligo di fatturazione elettronica a tutti i soggetti con un regime forfettario con proventi superiori ai 25.000 euro.

In altre parole, la fatturazione elettronica si allargherà anche a chi, secondo la vecchia legge, ne era esentato. Ad esempio le attività commerciali il cui importo dei proventi annui non superano i 65.000 euro, come le associazioni sportive dilettantistiche.  Gli unici attualmente esclusi sono i contribuenti con un fatturato annuo inferiore ai 25.000 euro. Per loro l’obbligo scatterà a partire dal primo gennaio 2024.

Da questa data tutti i titolari di partita Iva dovranno emettere le fatture in formato elettronico, andando così a completare il processo di digitalizzazione in atto anche in campo fiscale. I soggetti interessati dovranno dunque compilare le fatture in formato elettronico SDI (Sistema di Interscambio) sia per tutte le operazioni effettuate verso soggetti privati (B2C), aziende (B2B) e pubbliche amministrazioni (B2G) che risiedono nello stato italiano e sia per le operazioni fatte all’estero (le operazioni transfrontaliere).

Più nello specifico, la nuova riforma porterà molti benefici. Come sottolinea Digithera by Unifiedpost la nuova norma garantirà una mappatura sempre più completa delle basi imponibili (l’importo su cui si calcolano le imposte) a livello nazionale, facilitando così il lavoro di controllo dell’Agenzia delle Entrate. Migliorerà la tracciabilità dei processi di fatturazione, rendendo più efficiente il controllo degli ordini, delle merci e dei pagamenti.

Infine, per quanto possibile, verranno unificati i processi di gestione delle fatture e non bisognerà più differenziare le fatture tradizionali da quelle elettroniche. Si arriverà così a una riduzione dei margini di errore e a un risparmio di tempo per imprese e professionisti. Più efficienza, dunque, ma anche più certezza e un minore spreco di risorse.

“La riforma è uno dei tasselli fondamentali del piano di digitalizzazione del Paese previsto dal PNRR anche in materia di fisco", ha dichiarato Gerri Cipollini, amministratore delegato di Digithera by Unifiedpost.

"Le parole d’ordine sono: semplificazione, efficienza, certezza. Con la nuova norma, questi concetti finalmente si possono concretizzare. Se qualcuno è ancora riluttante rispetto al dover gestire il tutto in formato digitale, una volta scoperti e beneficiato dei molteplici vantaggi che questa trasformazione digitale comporta, si ricrederà nel breve tempo".