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Economia
Fineco, un 2022 da record: ecco perché si allontanano le nozze con Mediobanca
Alessandro Foti, ceo di Fineco

Il futuro del wealth management

Il bilancio da record di Fineco riguarda indirettamente anche Mediobanca. Non perché Alberto Nagel abbia particolare interesse a fare i conti in tasca a Foti, ma perché l'iper valutazione in Borsa dell'istituto sancisce il forse definitivo addio di Piazzetta Cuccia a qualsiasi interesse su Fineco. D'altronde, immaginare un'opa di Mediobanca sull'istituto guidato da Foti - ancorché percorribile - significherebbe che un soggetto più piccolo ne acquisirebbe uno più grande. Dai tempi di Colaninno-Gnutti su Telecom si sa che queste operazioni difficilmente finiscono bene. 

L'intenzione di Nagel è nota da tempo: rafforzarsi ancora di più nel wealth management, completando quella trasformazione che ha allontanato Piazzetta Cuccia dal "salotto buono". Ma per ampliarsi servono obiettivi disposti a entrare nella galassia di Mediobanca. Chi? Banca Generali è stata una delle poche volte in cui Nagel si è esposto. E non è andata benissimo. Mediolanum, nonostante i rapporti stretti con la famiglia Doris, al momento preferisce correre da sola.

Che cosa rimane? Su Azimut la querelle è nota. Gli analisti di Mediobanca hanno sempre rimarcato alcune problematiche dell'azienda. Il fondatore Pietro Giuliani ha sempre ribattuto che erano manovre per far scendere il prezzo in Borsa di Azimut e renderlo un boccone appetibile per Piazzetta Cuccia. Accuse che sono sempre state rispedite al mittente con decisione e in effetti fonti accreditate vicine ai dossier di Mediobanca riferiscono ad Affari che non c'è alcun interesse. Chi rimane? Anima ha convocato l'assemblea per il rinnovo dei vertici per il prossimo 21 marzo. E se fosse questo un boccone adeguato? Si vedrà, al momento si tratta soltanto di un'ipotesi rubricabile alla voce "fanta-finanza". In futuro, chissà. 

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