Economia
Fmi, board rinnova la fiducia a Georgieva. Ma resta il colpo alla credibilità
I sospetti di manipolazione pro-Cina nel report Doing Business della Banca Mondiale
L'ombra delle manipolazioni dei dati alla Banca Mondiale smette di preoccupare il capo del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva. Il board del Fmi ha confermato la piena fiducia alla direttrice generale, ex numero uno della World Bank ponendo fine a settimane di incertezza mentre erano in corso le indagini sul suo ruolo in uno scandalo di manipolazione dei dati presso la Banca mondiale, mentre era a capo dell'istituto.
Il direttore generale del Fmi Kristalina Georgieva
L'indagine era incentrata sul fatto che Georgieva avesse cercato di modificare i dati a favore della Cina in un rapporto Doing Business della Banca Mondiale. "Le informazioni presentate nel corso della revisione non hanno dimostrato in modo definitivo che la direttrice generale abbia svolto un ruolo improprio", ha detto ieri il board dell'Fmi, dopo aver completato la sua indagine. Il consiglio ha affermato di confidare "nell'impegno di Georgieva a mantenere i più alti standard di governance e integrità nell'Fmi".
La benedizione del board, arrivata nel primo giorno di riunioni annuali dell'Fmi a Washington, consentirà a Georgieva di continuare a presiedere un'istituzione che è stata profondamente danneggiata dall'episodio. La questione ha evidenziato la crescente difficoltà di proteggere l'integrità delle istituzioni internazionali mantenendo al contempo buoni rapporti con le due maggiori economie del mondo, Cina e Stati Uniti, gli azionisti fondamentali sia del Fondo monetario internazionale che della Banca mondiale.
La decisione del board ha fatto seguito a una telefonata tra Georgieva e la segretaria al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ieri, secondo una dichiarazione del dipartimento del Tesoro. Durante la chiamata, Yellen ha affermato che l'indagine ha "sollevato questioni e preoccupazioni legittime" aggiungendo che in futuro "devono essere adottate misure proattive per rafforzare l'integrità e la credibilità dei dati presso l'Fmi".
Yellen ha anche detto che "in assenza di ulteriori prove dirette", non c'è una base per un cambiamento nella leadership all'Fmi, secondo il dipartimento del Tesoro. Un'indagine esterna accusava Georgieva di aver manipolato i dati per aumentare la posizione della Cina nel rapporto Doing Business della Banca Mondiale, che classifica i Paesi in base alla facilità di fare business. Georgieva aveva detto all'epoca di essere sostanzialmente in disaccordo con i risultati e le interpretazioni.
Il board dell'Fmi ha tenuto otto riunioni per indagare da solo sulle affermazioni e ha avuto molte difficoltà a raggiungere un consenso. Le riunioni annuali dell'Fmi e della Banca mondiale sono iniziate ieri senza che ci fosse un chiaro segnale sul fatto che Georgieva avesse ancora il pieno sostegno del board dell'Fmi. Il lungo ritardo suggerisce che le azioni in questione non erano "nè la tonalità più scura del comportamento scorretto nè qualcosa che il Comitato esecutivo considerava piccolo e banale. E' da qualche parte in quel grigio", ha detto Nathan Sheets, che è stato sottosegretario agli Affari internazionali al Tesoro durante l'amministrazione Obama.
"Se resterà, è probabile che ci sia una nuvola per un po'", ha sottolineato. La crisi della leadership è iniziata il mese scorso quando la Banca Mondiale ha pubblicato un'indagine sulla manipolazione del rapporto Doing Business, condotta dallo studio legale WilmerHale, secondo cui nel 2017 i funzionari cinesi avevano fatto sapere a Georgieva e ad altri funzionari della Banca Mondiale che erano ansiosi di vedere migliorare la loro posizione in classifica. Georgieva aveva convocato un incontro per discutere della posizione in classifica della Cina con lo staff della Banca Mondiale che compila il rapporto. In seguito a quell'incontro, uno stretto consigliere di Georgieva aveva lavorato con lo staff per modificare alcuni degli input del rapporto, che avevano portato la Cina al 78esimo posto dall'85esimo. Georgieva, tuttavia, ha contestato il fatto che il suo scopo fosse quello di esercitare pressioni sul personale della Banca Mondiale affinchè cambiasse il rating della Cina.
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