Economia
Forum Ambrosetti 2019 Cernobbio: incontro tra politica, istituzioni e imprese
45° Forum the European House - Ambrosetti sugli scenari geopolitici, economici, tecnologici e sociali: le interviste di Affari Italiani
FORUM The Europeam House - Ambrosetti 2019, al via la 45esima edizione: "Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive". L'evento dal 1975 accoglie un parterre di relatori di livello, appartenenti al mondo politico, accademico, istituzionale e imprenditoriale
Come di consueto al Forum Ambrosetti sono tanti gli spunti di riflessione su contesto italiano e dinamiche internazionali. Fra i temi toccati nella prima giornata il protezionismo commerciale, ritenuto da 63,4% degli oltre 200 partecipanti uno dei fattori che avranno un impatto maggiore sulla stabilità globale. A questo seguono nel sondaggio di Ambrosetti la questione migranti e il controllo delle frontiere (40,9%), nonché la diffusione del populismo in Europa (36,6%).
Molto più staccati altri elementi come l’egemonia economica cinese (28,2%), l’intensificarsi delle tensioni fra USA e Iran nel Golfo e il programma nucleare iraniano e una nuova corsa alle armi nucleari alla fine del trattato INF (16,9%), le frizioni tra Russia e potenze occidentali a causa del conflitto ucraino (11,3%).
Forum Ambrosetti 2019: il protezionismo commerciale può mettere a rischio la stabilità globale
A sottolineare le conseguenze nefaste della guerra commerciale in atto è stato Beniamino Quintieri, Presidente di Sace (Gruppo CDP), il quale ha detto ad Affaritaliani.it: “Non c’è dubbio che la prima preoccupazione per le imprese italiane siano i mercati internazionali. Quel poco di crescita avuta negli ultimi anni è infatti legata alla capacità di esportare. Aggiungo che, oltre al protezionismo, dobbiamo anche preoccuparci del rallentamento dell’Europa, in particolare della Germania, considerato che è ancora di gran lunga il primo mercato. Quindi attenzione anche alla dinamica della domanda in un contesto di libero scambio come quello europeo”. “Da un lato”, ha proseguito Quintieri, “il commercio internazionale è regolato da nome che non dovrebbero essere oggetto di discussione, dall’altro, è chiaro che un’Europa più coesa e che si muove in direzione univoca in questa fase aiuterebbe”.
Sul tema è tornato anche Alessandro Decio, AD di Sace, che si è detto molto positivo per il fatto che questo Governo abbia identificato proprio l’export e l’internazionalizzazione tra i punti programmatici della legislatura: “Crediamo che le politiche di supporto debbano essere la stella polare di qualsiasi governo in quanto fattore fondamentale di crescita delle aziende italiane e della nostra economia. Un altro punto positivo è l’attenzione data agli investimenti che sarà garantita anche da un contesto di maggiore serenità sui mercati”.
Anche per Andrea Ragaini, Vice Direttore Wealth Management, Mercati e Prodotti di Banca Generali, le premesse del nuovo governo ci sono: “Certamente l’accoglienza Europea è stata positiva. Potrebbero esserci aperture in chiave di politiche fiscali dopo anni di politiche monetarie molto espansive. La politica tedesca, per esempio, potrebbe lavorare già in presenza di un avanzo importante che potrebbe essere speso a prescindere dalle regole europee che potrebbero essere rese più elastiche nel prossimo triennio”. Quanto alla dimensione globale, Ragaini ha commentato: “Nel tempo l’economia, soprattutto quella americana, non potrà prescindere dal raggiungimento di accordi con la Cina. Abbiamo visto proprio questa mattina quanto sia importante per il sentiment americano e il commercio Usa la non presenza di dazi, che sono zavorre molto forti sulla produzione. Penso pertanto che una soluzione di compromesso possa essere raggiunta nei prossimi mesi. Così come penso che l’altalena tra notizie positive e negative continuerà, dando fibrillazione ai mercati”.
Della situazione geopolitica attuale ha parlato ad Affaritaliani.it anche Flavio Valeri, Ceo di Deutsche Bank: “Molto nervosismo sui mercati durante l’estate, essendo stati influenzati da molte situazioni geopolitiche tra cui quella Argentina, del Brasile, di Hong Kong, nonché dalla guerra dei dazi così come dalla nuova commissione europea e della Brexit. In Italia siamo tutti in attesa dei punti programmatici del governo, abbiamo visto i primi 20 punti della bozza tra i quali due di particolare attenzione: la politica economica e la manovra e il grande investimento nell’istruzione. Sono fiducioso”.
Forum Ambrosetti 2019: per gli imprenditori stime in calo per fatturato e occupazione. Tiene la propensione agli investimenti
Rispetto allo scorso anno, gli oltre 200 imprenditori chiamati a raccolta a Cernobbio hanno evidenziato un calo delle performance delle proprie imprese. Se nel 2018 a giudicare in positivo l’andamento era stato il 74,2%, quest’anno la percentuale è scesa al 60,1%. In effetti, il 22,9% ritiene che chiuderà il 2019 con una crescita di fatturato superiore al 10% (nel 2018 era il 24,8%). Chi auspica, invece, una chiusura inferiore o pari al 10% è il 47% (lo scorso anno era il 49,7%).
Parlando di occupazione, anche le previsioni di crescita degli organici presentano indici in flessione. Prevale la stabilità (39,9%). L’11% degli imprenditori afferma che sarà superiore al 10% (nel 2018 era il 17,1%), mentre il 32,5% afferma che sarà pari o inferiore al 10% (nel 2018 era il 39,5%).
Rispetto ai programmi di investimento che gli imprenditori hanno previsto per il 2020, il 31,8% dichiara che saranno fino al 10% in più, il 14,9% fra il 10 e il 20% in più e, infine, il 16,9% afferma che saranno superiori al 20%.
"Sono segnali questi che testimoniano la voglia da parte dell’imprenditoria di investire in tecnologia e ricerca, senza fermarsi nonostante il contesto di rallentamento dell’economia”, ha commentato a proposito la numero uno di Eni Emma Marcegaglia ad Affaritaliani.it. La stessa si è poi detta fiduciosa rispetto a questo Governo: “Per noi imprenditori è importante che il Governo si occupi del taglio del cuneo fiscale, del ritorno a investimenti in infrastrutture e del tema ricerca-innovazione-scuola che era sparito dai tavoli di lavoro. Al momento ci sono segnali positivi che fanno ben sperare per la crescita e la competitività. Tra qualche settimana attendiamo il Governo al banco di prova della finanziaria mettendoci a disposizione per collaborare. Un ulteriore punto di attenzione a mio avviso dovrebbe essere quello della partecipazione italiana al ridisegno dell’Europa e della cultura che la pervade: non solo deficit, dunque, ma anche focus sugli investimenti”.
D’accordo con la fiducia al governo si è detto anche Alberto Bombassei, Presidente di Brembo Spa: “Penso che il Presidente del Consiglio Conte si sia guadagnato credibilità anche nel governo precedente. Se si dovessero mettere in agenda, come primi elementi su cui puntare, occupazione e lavoro, e quindi un’attenzione nei confronti delle imprese. Noi siamo legati a doppio filo con l’industria tedesca, per questo motivo il calo dell’export tedesco ci preoccupa. Spero possa riprendersi anche perché la Germania ha messo a disposizione cifre ingenti per far ripartire l’economia. Sarebbe un bene se il nostro governo emulasse questo tipo di strategia”.
Patrizia Grieco, Presidente di Enel, ha sottolineato con Affaritaliani.it l'impatto positivo della transizione energetica su occupazione e produzione: “Abbiamo fatto della sostenibilità l’architrave strategica della nostra azione. Quando sentiamo parlare il governo, ancora più che in passato, di temi legati alle rinnovabili ci sentiamo in linea con questo tipo di evoluzione che il Paese deve prendere. Abbiamo presentato qui uno studio sull’impatto della transizione energetica per quanto riguarda l’aumento dell’occupazione e del valore della produzione in Europa: un saldo positivo. Parliamo di circa 145 miliardi al 2030 per quanto riguarda la produzione e di un milione e mezzo di occupati. Crediamo tuttavia che i governi, le istituzioni e tutti gli attori interessati (compresi noi) debbano tutelare chi durante il percorso della transizione rischia di essere un soggetto debole”.
Forum Ambrosetti 2019: Enel presenta lo studio Just E-volution 2030
Crescita della produzione industriale, incremento dei posti di lavoro ed effetti positivi sulla salute a cui corrisponde una forte riduzione dei costi socio-economici connessi. È un’Europa che si muove verso un futuro sempre più sostenibile indotto dalla transizione energetica quella che emerge dallo studio Just E-volution 2030. Lo studio, realizzato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con Enel e Fondazione Centro Studi Enel, è stato anticipato oggi nell’ambito del Forum.
“La transizione energetica è inevitabile”, ha esordito Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel, ad Affaritaliani.it. “Noi pensiamo, e lo abbiamo dimostrato con lo studio presentato oggi, che l’Europa tragga un tale beneficio dalla transizione energetica in termini di Pil e di aumento dell’occupazione che fa bene Ursula von der Leyen a dire la gestiamo proattivamente. Dobbiamo inoltre contrastare quei segmenti che vedono la transizione energetica uno svantaggio perché difficilmente riuscirebbero a cavalcarla. Come? Riconoscendo che per i segmenti più obsoleti esiste un problema ma che può essere risolto da politiche ad hoc". Lo studio si conclude poi con alcune raccomandazioni per chi deve gestire la transizione, cioè i Governi europei. "Non è facile", sottolinea Starace, "va studiata e deve riguardare l’intero segmento economico dei Paesi. Onore dunque al nuovo governo italiano per averla messa al centro dell’agenda politica”.
Forum Ambrosetti 2019: sostenibilità e innovazione le direttrici della crescita
Fra i temi dell’agenda politica italiana al centro anche del dibattito al Forum Ambrosetti quelli della sostenibilità e dell’innovazione. A tal proposito si è espresso ai microfoni di Affaritaliani.it il presidente di Saipem Francesco Caio: “Il nuovo governo da un quadro di stabilità, fondamentale per le imprese. Molti dei temi come innovazione, digitalizzazione e sostenibilità non sono nuovi e tutto il mondo occidentale li sta affrontando con maggiore convinzione. Noi siamo già molto attivi in questo settore e guardiamo con fiducia e speranza alle iniziative italiane. La sostenibilità, come la digitalizzazione, non è un accessorio o un qualcosa di riservato agli specialisti, ma deve essere parte integrante della strategia e delle attività delle imprese. Ci sono sicuramente prospettive di crescita ma, tornando al tema della sostenibilità, è proprio allineando obiettivi e possibilità che la crescita si può perseguire”.
“Il dato più significativo che emerge dai consumi di agosto – ha detto l’Amministratore Delegato di Terna, Luigi Ferraris, ad Affaritaliani.it - è che c’è una componente rinnovabile crescente per circa 70 ore. Abbiamo avuto il 50% della produzione italiana coperta dalle rinnovabili. Nell’ambito di queste fonti rinnovabile, la produzione da pannelli solari è quella che risultata più crescita (del 7% rispetto allo scorso anno). Siamo in una fase di transizione energetica che si sta consolidando, alla vigilia di un’ulteriore crescita che ci dobbiamo aspettare al seguito dell’implementazione nuovo piano delle rinnovabili e del raggiungimento degli obiettivi al 2030”.
Toni Volpe, Amministratore Delegato di Falck Renewables, ha detto ad Affaritaliani.it: “Sviluppo e occupazioni sono le tematiche più importanti e da cui partire perché, come stiamo osservando anche qui al Forum Ambrosetti, potremmo essere davanti ad una fase di recessione. Per noi è importante puntare su innovazione e sviluppo nel settore della transizione energetica. Sviluppare quindi competenze nel mondo della ricerca, nel mondo dell’industria e nel mondo accademico che non siano solo utili al Paese ma possano essere esportate all’estero. Ci vuole una strategia di sviluppo del Paese che mi sembra che dal punto di vista dei principi questo governo, ancor più del precedente, voglia portare avanti per far sì che l’Italia sia leader nel settore della transizione energetica. Ora bisogna capire nel concreto come questo verrà fatto”.
Forum Ambrosetti 2019: l’innovazione digitale al centro dell’agenda del nuovo governo
Fra i punti della bozza di agenda ha trovato posto sicuramente anche il tema del digitale, facilitatore per il cliente finale e stimolo all’impresa. Su questo Affaritaliani.it ha fatto il punto con Michele Centemero, Country Manager di Mastercard: “Sicuramente è positivo che il nuovo governo ponga attenzione al tema del digitale, in particolare dei pagamenti digitali. È da tanto che lavoriamo in questo senso anche con i governi precedenti e devo dire che l’Italia non è così indietro come si possa pensare. Offrire i sistemi di pagamento digitale, come pagoPa, è un modo per semplificare la vita dei cittadini. Noi siamo abilitatori e quindi aiuteremo il governo sulla strada della semplificazione portando anche la nostra esperienza. L’Italia oggi ha ancora il 75% dei pagamenti in contanti, in quattro o cinque anni pensiamo di poter scendere al 60%. Il consumatore è pronto a utilizzare le infrastrutture che già ci sono ma occorre garantire la massima sicurezza”.
Soddisfatto della nomina di Paola Pisano a Ministro dell’Innovazione è il Ceo di NTT Data Walter Ruffinoni che ai microfoni di Affaritaliani.it ha sottolineato l’importanza che l’Italia di doti di questa figura: “Non solo un ministro dell’innovazione, ma per giunta donna, segno che sempre più ragazze possono essere incentivate a intraprendere studi scientifici e che l’Italia, da fanalino di coda, può trovare il modo di recuperare terreno”. Un tema, quello dell’innovazione, che si lega strettamente a quello della sicurezza, sempre più richiesta dall’utilizzatore di servizi online, e che spinge NTT Data a investire in sistemi di cybersecurity: “Si pensa che nei prossimi anni ci saranno 5 miliardi di dispositivi connessi alla rete”, ha proseguito Ruffinoni. “Come tutti i dispositivi smart, che ci rendono la vita migliore, il rovescio della medaglia è la vulnerabilità. L’imperativo è dunque andare sempre più verso una logica di progettazione dei prodotti con security by design. Ad oggi la quota di sicurezza è buona e sta aumentando, ma chi attacca sfrutta le nuove tecnologie quindi, per bene proteggersi, bisogna investire ancora di più in protezioni e fare sistema. Un buono spunto è giunto, a tal proposito, dalla GDPR che spinge le aziende a denunciare gli attacchi così da mettere a fattor comune le linee di difesa”.
(articolo in aggiornamento)