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Economia
Foxconn, il Covid-zero in Cina taglia produzione del 30%: dipendenti in fuga

    
Molti dipendenti, secondo video circolati online e citati dal South China Morning Post, hanno lasciato lo stabilimento a piedi e si sono messi in cammino per lasciare l'azienda, passando tra i campi o lungo le autostrade, a causa del blocco dei mezzi pubblici come parte delle restrizioni in vigore contro il contagio. Foxconn Technology Group, che gestisce l'impianto, ha dichiarato di avere messo a disposizione un sistema di trasporti per i dipendenti che intendono rientrare nei luoghi di provenienza.
    
La fabbrica conta circa trecentomila dipendenti ed è il più grande stabilimento al mondo per la produzione di dispositivi della Apple. Anche le autorità locali di altre città nella provincia dello Henan hanno messo a disposizione mezzi per trasferire i dipendenti dalla maxi-azienda a centri di quarantena o di accoglienza. I rischi per la produzione non sono trascurabili: secondo il capo della divisione che assembla gli iPhone 14, citato dal quotidiano locale Henan Daily, l'impianto avrebbe un "bisogno disperato" di dipendenti per sostenere la produzione, in un momento di picco della domanda, e il dirigente ha chiesto il sostegno di altre aziende in altre parti della Cina.
    
Secondo una fonte a diretta conoscenza della questione, citata dall'agenzia Reuters, circa il 30% della produzione di iPhone dell'impianto di Zhengzhou a novembre potrebbe essere colpito dall'esodo dei dipendenti e si sta cercando di spostare parte degli ordini su altri impianti, a cominciare da da quelli a Shenzhen, metropoli alle porte di Hong Kong. Almeno il 10% della produzione globale di iPhone risente della produzione alla fabbrica di Zhengzhou, secondo le stime di un analista, Kuo Ming-chi, di TF International Securities, che si occupa della filiera di produzione e distribuzione della Apple, anche se, al momento, non cambiano le previsioni riguardanti le forniture e potrebbe esserci solo un "danno limitato" nel quarto trimestre. La stessa Foxconn prevede un ritorno alla normalità nei prossimi quattro o cinque giorni, dopo che dal 13 ottobre ha messo in atto una "gestione chiusa" della fabbrica e ha deciso la settimana successiva per ulteriori restrizioni ai dipendenti, come l'obbligo di seguire percorsi fissi dai dormitori ai locali dove avviene la produzione, tra lamentele per le condizioni di vita, la qualità del cibo e i timori di un focolaio di Covid-19.
    

Zhengzhou è al centro dell'attenzione delle autorità sanitarie locali: nella giornata di ieri, cinque dei sei casi di contagio a livello provinciale sono stati rilevati nel capoluogo dello Henan, dove si sono verificati 35 dei 36 contagi asintomatici verificatisi nello Henan. A livello nazionale, i contagi sono in ascesa da giorni: secondo l'ultimo aggiornamento della Commissione Nazionale per la Sanità cinese, oggi si registrano 479 casi di trasmissione interna, a cui si aggiungono 2.220 contagi asintomatici, cifre basse in termini assoluti, ma altissime per la linea di "tolleranza zero" verso il virus messa in atto da Pechino, che prevede il ricorso a lockdown prolungati e improvvisi e a test di massa per milioni di persone.

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