Economia

Ferrovie, Donnarumma: “Quotazione? Allo studio l’apertura del capitale”

di Redazione

L'intervento dell'amministratore delegato al Forum Ambrosetti di Cernobbio

Ferrovie dello Stato, Donnarumma: "Possibile valutazione dell'apertura del capitale"

"Io apro verso un'ipotesi di valutazione di possibile apertura del capitale, laddove questo dovesse risultare vantaggioso dal punto di vista finanziario per lo sviluppo degli investimenti dell'azienda. La quotazione e' quasi sempre la conseguenza di un eventuale percorso del genere, quindi non direi quotazione, ma per adesso, valutazione di apertura del capitale". Cosi' Stefano Antonio Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo Fs Italiane, a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio replica a chi chiedeva se fosse possibile una quotazione delle Fs.

Quanto alla tempistica l'a.d.assicura che ci vorranno "pochi mesi per definire una strategia". "Conto da qui a fine anno di avere le idee chiare su diverse cose che riguardano il gruppo. E poi i tempi di esecuzione in media per queste cose sono almeno un paio d'anni" spiega. Il percorso comunque e' complesso. "Prima si pensa a come, eventualmente, privatizzare quota parte dell'infrastruttura, scegliere quale parte e in che percentuale. Dopo di che, si valuta come questo ti porta a un'Ipo, che mediamente ha bisogno di un track record e di misurare un andamento".

L'ad, parlando con i cronisti, ha precisato: "Non esiste un mandato affidato alla mia persona e al mio ruolo sulla privatizzazione". Ma "esiste uno studio precedente" al suo arrivo in azienda" che ha "valutato e nelle prossime settimane" rielaborera' con i suoi colleghi per "adattarlo ancora meglio alle nostre previsioni strategiche". "Non so come andra' e comunque - sottolinea Donnarumma - la decisione spettera' in ogni caso all'azionista".

"Il management in questo caso elabora strategie, le valuta e le propone. Io vengo da un mondo di infrastrutture regolate con partecipazioni pubbliche, quotate, e ne conosco i vantaggi finanziari per l'azienda. Pero' - conclude - non e' un obbligo perche' i modelli non sono mai univoci, non c'e' il bene o il male. Le ferrovie hanno una natura molto peculiare come infrastruttura quindi qualunque decisione in questa direzione deve essere presa con molta cautela".