Economia
Gas: 4 miliardi per le bollette, 1 per i ristori. Draghi rinvia i decreti
Il nuovo provvedimento per calmierare gli aumenti delle bollette e che doveva essere varato nel pomeriggio slitta a venerdì. Così anche il decreto Ristori
Misura contro i rincari di luce e gas del valore di 4 miliardi senza fare scostamenti del deficit
Mario Draghi vede Carlo Bonomi a Chigi e il Consiglio dei ministri che oggi doveva dare alla luce un nuovo provvedimento destinato a calmierare gli aumenti delle bollette di luce e gas slitta, con ogni probabilità, a domani mattina. Il tema legato ai rincari di luce e gas continua ad essere al centro dell'agenda del governo e dopo la riunione di circa tre ore avuta ieri con i ministri dell'Economia, Daniele Franco, dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e della Transizione energetica, Roberto Cingolani, questa mattina il premier ha affrontato il tema del caro-bollette anche con il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
Leggi anche: - Aumento bollette: l'Italia paga la sua dipendenza su gas ed elettricità - Caro bollette, verso decreto a fine mese: da Cingolani un piano in 10 punti |
All'incontro, avvenuto a palazzo Chigi, hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza, Roberto Garofoli, il capo di Gabinetto Antonio Funiciello e il direttore generale di Viale dell'Astronomia, Francesca Mariotti. L'obiettivo del governo è quello di partorire un provvedimento in grado di aiutare le imprese colpite dai rincari dell'energia e indennizzare i settori costretti a nuove chiusure per l'emergenza Covid.
Poi il piano Cingolani a lungo termine di tagli strutturali da almeno 10 miliardi l'anno
Secondo le indiscrezioni l'idea è quella di recuperare 1 miliardo e mezzo di euro ricorrendo ai proventi delle aste di CO2 e la cartolarizzazione di alcuni oneri di sistema che valgono 2,5 miliardi. In totale 4 miliardi senza fare scostamenti del deficit. Il percorso tracciato dal ministro Cingolani nei giorni scorsi prevede poi di arrivare ad un piano a lungo termine di tagli strutturali da almeno 10 miliardi l'anno.
Tuttavia, i tecnici sono ancora al lavoro sulle nuove misure da realizzare. Sul decreto ristori, per quanto riguarda i settori particolarmente colpiti dalla pandemia, l'esecutivo dovrebbe mettere a disposizione 1 miliardo per discoteche, impianti sportivi, turismo e mondo dello spettacolo. Intanto, la Lega continua a fare pressing sul governo affinchè non perda tempo e agisca contro quella che lui definisce una vera e propria "emergenza nazionale".
"Spero che il pressing della Lega nelle prossime ore trovi un primo significativo contributo di almeno 5 miliardi, anche se il caro bollette alle imprese costerà almeno 30 miliardi. Cinque miliardi possono essere un primo passo, altrimenti le aziende chiudono", ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini in un punto stampa aggiungendo che "stiamo pressando perchè arrivi, se non nelle prossime ore, nei prossimi giorni il decreto bollette".
Il prossimo decreto contro il caro energia "sarà destinato interamente ad artigiani e imprese, con rateizzazione, blocco degli aumenti, richiesta alle aziende che producono e vendono energia a caro prezzo di limitare i profitti, aumento dell'estrazione di gas italiano. L'emergenza energia sta rischiando di diventare un'emergenza nazionale che rischia di mettere in mezzo a una strada centinaia di migliaia di lavoratori", ha spiegato.
Anche il il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, a "Studio 24", su RaiNews 24 ha sottolineato l'urgenza di intervenire per far fronte al caro-bollette. "Sull'energia paghiamo il prezzo della decarbonizzazione della Cina. Occorre intervenire velocemente per abbassare i costi fissi che pesano su tutte le industrie, anche su quelle del turismo", ha detto Garavaglia.
"Chiediamo al Governo un intervento più strutturale, non una tantum, che sia sull'immediato sulla parte fiscale del costo dell'energia", ha detto a Radio Immagina il segretario del Pd Enrico Letta, aggiungendo che "il peso del fisco sulla bolletta energetica è elevatissimo, occorre intervenire lì sapendo che l'intervento costa, ma il costo di un non intervento sarà maggiore perchè in termini di calo della ripresa pagheremmo un prezzo altissimo". Letta ha poi sottolineato la necessità di "rendere più europea la materia dell'approvvigionamento energetico", facendo per il gas "quello che è stato fatto per i vaccini".