Economia
Caro bollette, il governo punta sul gas: piano per raddoppiare la produzione
Via libera a nuove estrazioni. Per calmierare i prezzi Cingolani spinge per il raddoppio del gas
Bollette alle stelle, il governo Draghi punta tutto sul gas
Le estrazioni sono pronte a ripartire. Il governo punta sul gas per provare a superare la crisi energetica e calmierare il caro bollette che affligge gli italiani. Anche perché la situazione geopolitica internazionale non aiuta ad avere buone prospettive con un'eccessiva dipendenza dall'esterno. "Fronteggiare gli aumenti dei prezzi sui mercati è impossibile per chiunque. Di più: la crisi con Mosca costringe l’Unione a darsi la zappa sui piedi, minacciando lo stop al nuovo gasdotto Nord Stream 2 che unisce la Russia all’Europa senza passare dai confini ucraini" scrive la Stampa.
La soluzione? La spiega sempre la Stampa, secondo cui il governo Draghi, "fra i molti palliativi all’aumento dei costi, ora vuole tornare all’antico, raddoppiando la produzione nazionale di gas ad almeno otto miliardi di metri cubi l’anno. A farsi carico dell’inevitabile è Roberto Cingolani, il ministro voluto e disconosciuto dal mondo Cinque Stelle. Fra i malumori ambientalisti, lo scorso settembre ha imposto ai suoi tecnici l’aggiornamento di un piano sconosciuto ai più: si chiama Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai). Dietro l’orribile acronimo e fra 213 pagine di tecnicismi c’è la fotografia di ciò che si può fare o non fare nei mari italiani. L’operazione non è semplice né rapida, ma se avviata può contribuire a far scendere in maniera stabile i prezzi", scrive la Stampa.
La mappa delle estrazioni di gas in Italia
Il quotidiano di Torino traccia anche una mappa delle attività estrattive: "Oggi i giacimenti di gas sono concentrati lungo i mari territoriali fra il Veneto e l’Abruzzo. Qualche trivella si scorge al largo di Gela, ma sotto i fondali dell’Alto Adriatico e nel canale di Sicilia ci sono molti giacimenti abbandonati negli ultimi vent’anni. I contatti fra il governo e l’Eni per raggiungere un accordo vanno avanti da Natale. Per raddoppiare la produzione occorrono almeno due anni, un tempo lunghissimo rispetto all’emergenza di questi giorni. Ma il piano di Draghi e Cingolani ha una possibile e rapida conseguenza: la contropartita chiesta a Eni per concedere più estrazioni è quella di calmierare il prezzo del gas nazionale".
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