Economia
Gas russo stop, Ue nei guai. Affidarsi a Biden è pericoloso: ecco perché
"Estrarre gas con la semplice trivellazione di un giacimento, come si faceva in Italia, ad esempio nell’Adriatico costa molto meno"
Guerra Ucraina: l'alternativa americana al gas russo non è solo costosa, ma anche pericolosa. L'analisi
L’effetto economico principale delle sanzioni alla Russia da parte dei paesi europei sarà di comprare al posto di quello russo il gas americano liquefatto e inviato per nave, dopo che è stato estratto con la tecnica controversa della fratturazione idraulica.
Questo gas costa molto di più ed è meno sicuro come approvvigionamento. Estrarre gas con la semplice trivellazione di un giacimento, come si faceva in Italia, ad esempio nell’Adriatico e come si fa in tante parti del mondo e inviarlo tramite un tubo costa innanzitutto molto meno.
Estrarlo tramite la fratturazione di rocce di scisto, cioè quelle presenti nel sottosuolo che si sfaldano più facilmente, è qualcosa che si pratica solo in Nordamerica e richiede poi per arrivare in Europa attraverso gli oceani di liquefarlo, caricarlo su navi e tornare a gassificarlo.
In tutto il mondo, fino a qualche anno fa, il gas veniva estratto da giacimenti e inviato con gasdotti, perché il gas naturale a differenza del petrolio è abbondante. Ci sono giacimenti in Europa, nel mare mediterraneo, in Algeria, Qatar e diversi paesi dell’ex URSS e poi Sudamerica e Africa. Ad esempio, fino a venti anni in Europa se ne estraeva più che in Russia e si è smesso di farlo solo perché gli ambientalisti lo hanno imposto.
Una volta eliminato il gas estratto in Italia e in Europa il gas poteva però essere comprato con contratti che duravano anni ad un prezzo stabilito da Russia, Algeria e Qatar. Comprarlo sul mercato globale, dove arriva anche una piccola parte di gas estratto con fratturazione di rocce di scisto in America, liquefatto e poi spedito per nave e rigassificato, è economicamente assurdo perché parliamo di differenze anche di dieci volte tanto di prezzo in certi casi.
La tecnica cosiddetta di “fracking” della fratturazione idraulica (hydraulic fracturing) fu inventata già agli inizi del Novecento per estrarre gas naturale e petrolio dalle rocce di scisto, cioè quelle presenti nel sottosuolo che si sfaldano più facilmente. Ma essendo molto costosa nessuno l’applicava fino a quando durante il boom di borsa post 2002 a Wall Street si sono quotate molte società che promettevano di farlo e vendendo le azioni in borsa si sono finanziate.
Complessivamente, il settore ha sempre perso soldi, si calcola che la perdita totale cumulata di bilancio di queste società sia superiore a 250 miliardi, ma appunto vendendo le azioni in borsa e vendendo anche loro obbligazioni durante il boom si sono finanziate lo stesso tutte queste perdite. Come si sa, la borsa USA è il 43% delle borse mondiale (e il 200% del PIL USA) e riceve flussi di fondi da tutto il mondo oltre che da tutti i fondi pensione americani per cui può permettersi anche di tenere in vita centinaia di società in perdita per anni e anni.
Quelle del “fracking” di gas sono un esempio clamoroso, che è impossibile nel resto del mondo. Per l’economia USA è stato però un beneficio perché tutto questo gas ne ha fatto crollare il prezzo a 2$ per Mbtu e quindi aziende e famiglie hanno avuto il gas ad una frazione del costo nel resto del mondo. Le società del “fracking” però hanno stancato gli investitori e hanno dovuto tagliare gli investimenti perché negli ultimi anni perdevano in borsa.
Per fortuna ora c’è l’Europa che avendo il gas in casa non lo estrae e avendo il gas russo a buon mercato lo taglia per cui sta per iniziare un altro boom per gli americani che estraggono il gas in modo antieconomico e poi ce lo spediscono liquefatto per nave. Insomma, costa molto ma intanto lo paghiamo noi. Come ora vedremo nel dettaglio, però, non è solo una questione di costi.
1- Dipendenza dal mercato globale speculativo
Il gas liquefatto (LNG in inglese e GNL in italiano) viene venduto a livello globale attraverso anche contratti a lungo termine, ma in cui i prezzi del gas sono legati in un modo o nell'altro ai prezzi del petrolio, poiché viene venduto sul mercato “spot”. La maggior parte del significativo aumento dei prezzi del GNL, di cui nei media si è parlato negli ultimi mesi, è stato però nei mercati “spot”, cioè trattato giorno per giorno, non fissato in contratti, e la maggior parte del GNL statunitense venduto in Europa è venduto nel mercato “spot”.
Il problema dei prezzi sul mercato “spot” è che oscillano molto, in quanto il prezzo più alto può raggiungere più di dieci volte il prezzo più basso in un breve periodo, e questa oscillazione comporta molti rischi, il più importante dei quali è che le aziende soffriranno di un grave problema nella gestione dei loro output da un lato e dei loro costi dall'altro. Le fabbriche non possono pianificare a lungo termine perché i prezzi dell'energia fluttuano selvaggiamente e sebbene esistano metodi di copertura finanziaria per annullare tali fluttuazioni, questi aumentano i costi.
2- Costi elevati
In generale, il costo del gas liquefatto americano in Europa è superiore al costo del gas russo che raggiunge l'Europa attraverso i gasdotti, quindi i prezzi del gas in Europa saranno sempre elevati a causa della maggiore dipendenza dalle importazioni americane di gas liquefatto.
3- Uragani nel Golfo del Messico
Le industrie petrolifere, del gas e petrolchimiche americane subiscono ogni anno gli uragani nel Golfo del Messico, che provocano interruzioni di corrente e inondazioni, che a loro volta influiscono negativamente sulle operazioni di pompaggio del gas, sulle operazioni di liquefazione e sui porti. Gli ultimi vent'anni sono stati testimoni di molti uragani devastanti, come Katrina, Rita, Ivan e altri; quindi, cosa farebbe l'Europa se le forniture di gas liquefatto americane fossero fermate? Qual è l'alternativa?
4- Aumento dei prezzi del gas negli Stati Uniti
Storicamente, il prezzo del gas liquefatto era legato al prezzo del petrolio; quindi, se i prezzi del petrolio aumentavano, aumentavano i prezzi del gas liquefatto e viceversa. Tuttavia, la rivoluzione della “fratturazione idraulica” per il gas di scisto ha cambiato gli standard, perché ha permesso di costruire stazioni di liquefazione del gas e di venderlo a prezzo libero sui mercati americani, in altre parole: il prezzo del GNL americano non è legato al prezzo del petrolio, e questo significa che il GNL americano ha un vantaggio competitivo con prezzi elevati del petrolio, perché è più economico di altri e può espandere i suoi mercati, ma in caso di prezzi del petrolio più bassi, la competitività del gas liquefatto americano diminuisce e l'aumento dei prezzi del gas negli Stati Uniti riduce anche la competitività del gas liquefatto ne mercati “spot”. In breve: la dipendenza dell'Europa dal gas americano comporta un alto rischio di interruzione degli approvvigionamenti a seconda di come oscilla anche il prezzo del petrolio.
5- Fattori politici interni americani
Gli Stati Uniti sono usciti dall'accordo sul clima, hanno abbandonato l'accordo nucleare con l'Iran, hanno imposto sanzioni al Venezuela, hanno relazioni tese con gli alleati commerciali dall'Europa all'Asia e hanno peggiorato le relazioni con gli Stati del Golfo.
Ora hanno promosso le sanzioni e sequestro delle riserve russe. Di conseguenza, con il gas americano liquefatto saremo legati ad una politica estera americana imprevedibile. Ad esempio, se i prezzi del gas negli Stati Uniti aumentano in modo significativo, un certo numero di politici americani chiederanno di fermare - o ridurre - le esportazioni di gas liquefatto verso l'Europa.
In questo caso, da dove prenderà il gas l'Europa? Inoltre, qualsiasi tensione nelle relazioni politiche tra gli Stati Uniti e qualsiasi Paese europeo o asiatico può avere riflessi negativi. Quanto sopra non è solo un'ipotesi. Alla luce dei recenti alti prezzi del petrolio, il divieto alle esportazioni petrolifere statunitensi è stato discusso ai massimi livelli e il segretario per l’Energia degli Stati Uniti ne ha parlato pubblicamente sui media. In caso di crisi internazionale può accadere lo stesso con il gas.
6- Il gas americano sarà venduto a chi paga di più
Poiché la maggior parte del gas americano viene venduto in Europa nei mercati “spot”, ha senso venderlo ad acquirenti disposti a pagare un prezzo più alto in caso di carenza globale delle forniture di gas. Lo abbiamo visto nell'estate dello scorso anno, quando l'Europa ha sofferto di una crisi energetica soffocante: una delle ragioni era che si deviavano le spedizioni di GNL verso l'Asia, poiché pagava di più e si ottenevano maggiori profitti. Se si verifica una crisi globale del gas, gli esportatori americani di GNL lo invieranno a coloro che pagano il prezzo più alto, sapendo che la politica ha giocato un ruolo importante nel dirigere il GNL americano verso l'Europa negli ultimi tre mesi.
7- Operazioni di manutenzione
A differenza delle forniture di gas russo ci saranno momenti di interruzione nella fornitura di GNL statunitense. Gli impianti di liquefazione richiedono una manutenzione periodica che a volte richiede settimane, da dove otterrà il gas l'Europa se le esportazioni di GNL degli Stati Uniti diminuiranno? Attualmente, non succede, grazie all’aumento della produzione e delle esportazioni di GNL e il completamento di nuovi impianti, ma quando la produzione raggiungerà il suo picco, l'impatto delle operazioni di manutenzione può essere di interrompere il flusso e anche fare esplodere i prezzi.
8- Costi di spedizione
Una delle principali differenze tra gas liquefatto e gasdotto è che i costi di trasporto del gas liquefatto sono più elevati e soggetti a molteplici problematiche che non sono invece presenti nel trasporto di gas tramite gasdotto. Il processo di trasporto del gas con le navi è soggetto a tutti i fattori meteorologici nei mari in cui si muoverà, poiché è soggetto a fattori legali e politici nei porti di destinazione e ai problemi delle vie navigabili globali. Nel caso in cui la domanda di gas liquefatto aumenti a causa del freddo intenso o per altri motivi, i costi di spedizione aumentano notevolmente, aumentando i costi del gas liquefatto in un modo che non può accadere al gas di gasdotto.
9- Attacchi informatici
Tra le armi più importanti che i russi e i loro sostenitori non hanno ancora utilizzato su larga scala ci sono gli attacchi informatici alle infrastrutture in generale e alle infrastrutture energetiche in particolare.
Ad esempio, hacker forse russi hanno effettuato un attacco informatico lo scorso maggio causando in quel momento una grave crisi di carburante nel nord-est degli Stati Uniti e la crisi è stata risolta solo dopo che è stato pagato un riscatto alla banda (con l'approvazione del governo degli Stati Uniti, in valute crittografate). La maggior parte del denaro è stata recuperata in seguito, ma l'arresto dell'oleodotto per diversi giorni ha causato una soffocante crisi del carburante.
Qualsiasi attacco di hacker che influisca sulla fornitura di elettricità alle stazioni di GNL, alle stazioni stesse, ai porti o persino alle navi, metterà a repentaglio la sicurezza energetica in Europa.
Conclusione
L'Europa è nei guai, perché l'alternativa americana al gas russo non è solo costosa, ma anche pericolosa.