Gedi, cambio al vertice: Mondardini vice presidente, Cioli ad
Gedi, Mondardini: "Dopo 9 anni ho deciso di passare gestione a un nuovo amministratore". De Benedetti: "Il titolo in Borsa è sottovalutato"
Passa la mano l'amministratore delegato del gruppo, Monica Mondardini. "Dopo nove anni ho deciso di passare gestione a un nuovo amministratore", ha spiegato all'assemblea dei soci di Gedi, alla quale si è presentato il 65,65% del capitale sociale.
"Resto coinvolta - ha sottolineato Mondardini - nel futuro di Gedi nella mia qualità di amministratore delegato di Cir e consigliere della società. Sono stati anni molto impegnativi, per le sfide che il settore ha affrontato e dovrà continuare ad affrontare. Gedi ha saputo anticipare le evoluzioni e reagire nel modo più opportuno: è l'unico gruppo che ha registrato sempre risultati economici positivi, dal 2008 al 2016 ha azzerato il proprio debito, che ammontava allora a 280 milioni di euro, ha investito nel digitale, in cui è pioniere e leader, ha realizzato la prima grande operazione di aggregazione editoriale nell'ultimo decennio".
Il presidente di Gedi, Marco De Benedetti, ha annunciato l'indicazione di Laura Cioli quale nuovo amministratore delegato del gruppo editoriale. "Ringrazio Monica Mondardini - ha detto De Benedetti in assemblea - per l'eccellente lavoro svolto in questi lunghi anni, ricchi di successi e risultati, ottenuti nonostante un contesto di mercato estremamente difficile. Credo che Monica verrà ricordata per aver saputo portare avanti un processo di forte razionalizzazione creando nel contempo le basi per assicurare al gruppo sviluppo e leadership nelle sue nuove sfide nell'editoria italiana. Comprendo la sua scelta e so di poter continuare a contare su di lei, anche se con un ruolo diverso. Proporrò al consiglio, che a breve si riunirà, di nominarla vicepresidente insieme a John Elkann. Proporrò inoltre - ha proseguito - come amministratore delegato Laura Cioli, che avrà nella mia persona e in tutto il consiglio di amministrazione il supporto necessario per svolgere nel migliore dei modi il suo incarico".
De Benedetti sul titolo in Borsa. "Sono convinto che l'attuale quotazione non corrisponda al valore intrinseco" della società, precisando che "siamo i primi a esserne preoccupati". La definizione del contenzioso con fisco del gruppo Espresso risalente al 1991, con la conseguente perdita nel bilancio del 2017 chiuso con 123 milioni di rosso, è tra i fattori che hanno inciso sul titolo, come ha chiarito De Benedetti.