Economia
Generali, Pellicioli contro Caltagirone: il suo piano è irrealizzabile
Pellicioli contro la strategia per il nuovo corso di Generali. Una proposta poco chiara che lascia incerti gli investitori sul futuro della compagnia
In un solo giorno, dunque, Francesco Gaetano Caltagirone deve subire due attacchi frontali. Il primo da parte del presidente uscente di Generali, Gabriele Galateri di Genola, il secondo da Pellicioli stesso. Il quale ha confermato che il Gruppo De Agostini manterrà i diritti di voto sull’intero 1,44% della società – un pacchetto che formalmente è in vendita ma che verrà mantenuto nominalmente fino ai giorni successivi all’assemblea.
Il livello dello scontro, a questo punto, a poco più di tre settimane dal redde rationem, è ormai elevatissimo. La Consob ha dichiarato ufficialmente che non c’è stato alcun concerto da parte dei “pattisti” (che hanno poi comunque sciolto il patto per evitare di incorrere nell’obbligo di opa). Al contempo, non risulta che siano mai stati depositati quesiti ufficiali sull’azioni prese in prestito da Mediobanca (oltre il 4% del capitale di Generali).
Dunque, tutto si giocherà sulla capacità di convincimento del “roadshow” condotto dal tandem Costamagna-Cirinà per la lista Caltagirone o dal desiderio degli azionisti di continuare con una linea prudente, come quella di Donnet, che ha però permesso di ottenere total shareholder return (cioè il ritorno per gli azionisti) superiori agli “odiati” francesi di Axa e tedeschi di Allianz.
Saranno quindi i proxy advisor, i fondi che suggeriscono le mosse, a prendere la decisione finale e a far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. Ma in queste settimane, c’è da giurarsi, si assisterà a una guerra vera e propria. Preludio di quella che, nel 2023, infiammerà Milano e Piazzetta Cuccia in particolare per il rinnovo del cda di Mediobanca.