Germania, mercati volatili se va a destra. Il tifo di Draghi per Cdu-Spd
Le elezioni possono cambiare il baricentro politico del governo Merkel, ma difficilmente avranno un impatto significativo e duraturo sui mercati. L'analisi
Alla fine sono arrivate: attese con una certa trepidazione fin da inizio anno, precedute dalle tornate elettorali in Austria, Olanda e Francia (che hanno visto tutto meno che la temuta vittoria dei movimenti populisti) che hanno solo brevemente increspato la serenità dei mercati finanziari europei, sostenuti da una politica monetaria espansiva che continua a creare 60 miliardi di liquidità ogni mese grazie agli acquisti di bond sul mercato, le elezioni in Germania offrono l’occasione per riflettere su quanto poco ormai la politica del vecchio continente sia in grado di influenzare il sentiment degli investitori di tutto il mondo.
Uno scenario consolidato che secondo alcuni potrebbe tuttavia cambiare se, come teme Die Zeit, diverrà realtà il rischio che la Germania “scivoli a destra invece che a sinistra”, con l’ingresso in parlamento dell’estrema destra xenofoba (accoppiata che fa paura, soprattutto in Germania, visti i precedenti del secolo scorso) e anti-euro di Alternative fur Deutschland (Afd), che le previsioni danno tra l’8% e il 12%, appena davanti alla sinistra di Linke e ai liberali di Fpd (indicati tra l’8% e il 10%) e ai Verdi (tra il 6% e l’8%). L’attenzione sul risultato che riusciranno a ottenere liste comunque ampiamente minoritarie è da un lato giustificato dall’esito scontato delle elezioni, visto che la vittoria di Angela Merkel non è mai apparsa in discussione, con sondaggi che danno il suo partito, la Cdu-Csu, tra il 36% e il 38%, e il suo maggiore sfidante, la sinistra della Spd, tra il 20% e il 24%, dall’altra perché in base al risultato che otterranno i partiti minori (e la Spd, naturalmente), la Merkel potrebbe provare a cambiare coalizione.
Se Fdp (il cui baricentro politico si è spostato leggermente più a sinistra), più che i Verdi (tra i pochi partiti già in parlamento ad essersi spostati leggermente verso destra) riusciranno a superare la soglia del 10% e la Spd dovesse indebolirsi, la tentazione di cambiare cavallo sarebbe forte e potrebbe portare a una redistribuzione degli incarichi nel governo e del peso politico all’interno delle varie anime della Cdu-Csu.
Una vittoria schiacciante di quest’ultima e un’affermazione significativa di Afd (o degli stessi Verdi) sposterebbero a destra l’ago della bilancia e rafforzerebbero figure come l’arcigno ministro delle Finanze Wolfgang Schauble, mai tenero coi paesi del Sud Europa, e del numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann, che avrebbe la strada spianata per succedere a Mario Draghi al vertice della Bce nel 2019. Viceversa Angela Merkel rinnoverà la “Grosse Koalition” con Spd e magari allenterà la pressione sulla Bce affinché cambi (in senso restrittivo) la sua politica monetaria, aprendo anche ad incrementi salariali superiori a quelli concessi negli ultimi anni (costantemente tra il 2% e il 3% annuo).
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