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Economia
Giorgetti sulla manovra: nessuna scorciatoia: "Rispetteremo gli obiettivi Ue". Pil in crescita: i dati dell'Istat
Giancarlo Giorgetti

Manovra, il "tesoretto" del Pil al rialzo non cambia la situazione. Il governo deve trovare 21 mld

Il governo Meloni scoprirà nella giornata odierna se ci sarà o meno un "tesoretto" da spendere per la prossima manovra finanziaria. La premier ha scelto di rinviare a fine mese l'invio del Piano strutturale a Bruxelles, proprio in funzione di questi nuovi dati che potrebbero essere visti al rialzo. Stamattina con la revisione del livello del prodotto interno lordo dal 2021 in poi, comunicata dall’Istat, - riporta Il Corriere della Sera - inizierà ad alzarsi un po' della nebbia su cosa è possibile e cosa no nella legge di Bilancio imminente. L’istituto statistico, quasi in simultanea con i suoi omologhi dell’intera Unione europea – ciascuno per il proprio Paese – farà sapere che il prodotto lordo dell’Italia viene ricalcolato al rialzo: circa venti miliardi in più nell’anno-base 2021 e nei seguenti, dunque è prevedibile che la Banca d’Italia tra circa un mese stimerà un debito pubblico un po' più basso – rispetto al Pil – del 137,8% che per esempio il governo aveva indicato per il 2024 nell’ultimo Documento di economia e finanza.

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Il governo, attraverso il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è stato chiaro con la Commissione: queste grandezze - prosegue Il Corriere - non sono in discussione e l’Italia le rispetterà, anche se non ha ancora comunicato granché a Bruxelles sul merito delle misure per riuscirci. Ma come non può arrivare un grande aiuto alla manovra dalla revisione del Pil (a dispetto delle voci circolate a Roma per settimane), altrettanto improbabile è che un vero contributo alla manovra venga da qualche forma di tassa sugli "extraprofitti" delle banche o altre grandi imprese. Anche il concordato fiscale preventivo dovrebbe portare un contributo di almeno due o tre miliardi, benché si associ a un condono tombale sul passato di chi aderisce. Nel complesso il governo sembra oggi poter contare su una decina di miliardi di risorse strutturali per finanziare la manovra. Il punto di fondo è che il governo deve finanziare in modo permanente 10,79 miliardi di taglio al cuneo fiscale (ai valori del 2024) più altre una tantum stimate dall’Ufficio parlamentare di bilancio per un costo totale dal 2025 di circa 21 miliardi.






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