Economia
Governo M5S-Lega: tasse srl aumento del 14% Bomba nascosta in finanziaria 2018
Tassazione srl: aumento del 14% per 815.000 imprese. “Bomba”nascosta nella finanziaria 2018 di Gentiloni in arrivo per il governo giallo-verde
Nessuno se ne era ancora accorto. Ma c'è una bomba in arrivo contro le imprese italiane e che esploderà a metà 2019 contro il governo giallo-verde M5S-Lega.
Nascosta nelle pieghe della legge di bilancio 2018, il governo Gentiloni ha confezionato un bel “regalo” per le 815.000 srl italiane e 5 milioni e 77000 lavoratori (dati Istat) che si vedranno alzare la tassazione del 14%, arrivando almeno al 70% di tasse complessive. Di media la tassazione delle srl era già al 56% ma con questo vertiginoso aumento i soci dovranno togliersi molti soldi dalle tasche per darli allo Stato. E sono stime al ribasso. Perché a seconda del numero dei soci lavoratori delle srl la tassazione oscillerà dal 70 al 75% complessivi, con un effetto imponente sulle casse delle società, sugli stipendi dei lavoratori e sugli indotti. Con zero contromisure possibili.
A metà 2019 con chi se la prenderà il piccolo imprenditore italiano? Se non con il governo in carica!? In quel momento il governo del conte Paolo Gentiloni, tanto amato per sobrietà e stile dai media, sarà solo un pallido ricordo.
Un socio unico lavoratore di una srl che a fine anno era così bravo da avere un imponibile di 100.000 euro (non un piccolo giro di affari) riusciva a mettersi in tasca, dopo aver pagato le tasse, 43.000 euro. Con la nuova legge di bilancio gli resteranno invece solo 29.000 euro. Quindi 14.000 euro in meno. Fate voi i calcoli se il socio lavoratore non è così bravo da produrre un'imponibile di 100.000 euro. Una bella mazzata. E i soci se ne accorgeranno solo a metà del 2019 quando dovranno presentare la dichiarazione dei redditi.
Le srl italiane non fanno capo a dei “capitalisti”, non siamo nell'800, ma sono fatte da lavoratori autonomi che per cercare di scaricare le spese del proprio lavoro, visto il dedalo di cambiamenti che non consentono più di farlo realmente in altre forme di attività, si sono indirizzati verso le srl. Sarti, informatici, idraulici, meccanici, benzinai, piccoli editori, operatori della comunicazioni, solo per citare qualche settore: sono davvero tanti i lavoratori che hanno scelto questa strada. Srl vuol dire società a responsabilità limitata, cioè nel caso di fallimento o problemi consentono ai creditori di aggredire solo il patrimonio della società e non quello personale dei soci. In molti casi sono soci unici. Per molti poi le srl sono anche la formula migliore per gestire una piccola azienda. A fine anno il socio o i più soci ritirano la propria quota societaria portando a casa uno stipendio.
Il “regalo” è nascosto tra le pieghe della legge di bilancio 2018, approvata a dicembre 2017, ed è valido per l'anno in corso. Quindi, di fatto, le srl sono già “fritte”.
Con l’articolo 1 comma 999, 1000 e seguenti sono state abrogati commi e articoli che normavano un particolare della tassazione delle srl introducendo per loro, in aggiunta a quelle già esistenti, un'aliquota secca aggiuntiva del 26%. L'aliquota aumenta la tassazione dei dividendi in capo ai soci, persone fisiche di srl, sia per partecipazioni qualificate che non qualificate.
Chi scrive per giorni ha studiato il groviglio di cambiamenti con un importante studio di commercialisti italiani (che per evitare spiacevoli ripercussioni vuole restare anonimo).
Nel dettaglio prima funzionava così: vi era in capo alla srl una tassata con imposta diretta al 24% di Ires + il 3,9% di Irap + un imponibile fiscale (ma solo della restante parte) da tassare al 58,14% (la parte mancante non veniva tassata), più il 24% da dare all'Inps.
Ora invece per la maggior parte delle srl dove ci sono soci lavoratori che prelevano per intero gli utili dichiarati, a partire dai redditi prodotti dal 2018 e dai conseguenti dividendi incassati, le imposte e i contributi previdenziali da pagare sono i seguenti: 24% a titolo di Ires sui redditi prodotti dalla società; 3,90% a titolo di Irap sul reddito imponibile che può essere anche superiore a quello su cui viene calcolata l’Ires; 26% a titolo di ritenuta a titolo d’imposta sui dividendi incassati; 24% a titolo di contributo previdenziale Inps sul reddito imponibile tassato in capo alla società.
In sostanza nelle srl dove i soci sono tutti lavoratori (la maggior parte delle srl) la tassazione fiscale e previdenziale (26% + 24% e 3,9% di Ires e Irap + 24% di Inps) può raggiungere il 70-75% del reddito imponibile fiscale dichiarato dalla società e poi interamente prelevato dai soci come dividendo. I dati non sono fissi ma variano di decimali.
Allo stesso esito è arrivato anche il deputato della Lega Gianluca Vinci e segretario Regionale della Lega emiliana che invita il neo governo giallo-verde ad intervenire immediatamente per evitare ripercussioni devastanti: "Un importante studio di commercialisti mi ha segnalato la scoperta in finanziaria di questo grave provvedimento già entrato in vigore ma i cui effetti saranno tangibili per i cittadini solo dal 2019. Si tratta di una vera 'bomba' inserita dalla 'sinistra' in legge finanziaria in vista della sconfitta elettorale, che colpirà con effetto volutamente ritardato il folto elettorato della Lega composto da soci di piccole srl, con effetti distruttivi, facendone ricadere le colpe sul nuovo Governo. Occorre intervenire subito per 'disinnescare' questo provvedimento, così rilevante e così taciuto, accertandosi che politici e funzionari del vecchio Governo Gentiloni non abbiano sistemato altri 'ordigni' nascosti nei faraginosi provvedimenti preparati prima della Caporetto del PD avvenuta il 4 marzo. Una condotta gravissima che fa ben comprendere il clima di ostilità e di slealtà dell'apparato legislativo nei confronti del nuovo Governo, scoperto solo grazie ad una segnalazione di professionisti di spessore operanti in una realtà come quella emiliana che subirebbe un danno enorme da questa modifica fiscale"
Se nessuno interviene l'effetto sul lungo periodo sarà anche (per gli anni a venire), come suggerito dallo studio di commercialisti interpellato, di trasformare le srl in altri tipi di società, come snc o sas, dove però i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali, cioè con il patrimonio personale. Con l'effetto sul lungo periodo di farci diventare un popolo sempre più povero, indebitato e senza patrimonio effettivo.