Economia
Graded investe 3,2 milioni in nuovi progetti energetici ad emissione zero
Dalle isole ecologiche ai mini impianti di cogenerazione, in collaborazione con università italiane ed estere per sviluppare il mercato della "green economy".
Nuovi progetti di ricerca per un valore di 3,2 milioni di euro, dalle “isole energetiche” autosufficienti ai mini impianti di “micro-cogenerazione” energetica a impatto ambientale quasi zero. Graded, società napoletana attiva da 60 anni nel mercato della progettazione, realizzazione, installazione e gestione di impianti tecnologici, di cogenerazione industriale e di produzione di energia da fonti rinnovabili, gestita in seconda generazione da Vito Grassi (nella foto) e dal fratello Federico, scommette su nuovi progetti di ricerca. Cinque per l’esattezza, per un investimento complessivo che supera i 3,2 milioni di euro e una partecipazione, per ciascun progetto, che va dal 4 al 14% dei costi complessivi.
E’ focalizzato sullo studio delle “isole energetiche”, sistemi autosufficienti basati su fonti rinnovabili, il progetto “Rays”, che sarà realizzato all’interno del programma di ricerca europeo Horizon 2020 in partnership con le Università degli studi dell’Aquila, di Saragozza (Spagna), di Timisoara (Romania), di Zagabria (Croazia) e un Consorzio di ricerca, il Craveb. L’obiettivo è quello di mettere a punto strutture autosufficienti da integrare in sistemi locali in grado di assicurare autonomia energetica a distretti remoti o piccoli contesti urbani anche in caso di eventi climatici avversi, come i terremoti, che portano all'isolamento. Il progetto prevede la creazione di un dimostratore con due installazioni dello stesso tipo: una in Abruzzo a Tornimparte, per alimentare un palazzetto sportivo, l’altra in India.
Quattro partner accademici -Università di Napoli “Federico II”, di Palermo, della Tuscia di Viterbo, della Basilicata e un’impresa, la Eni spa, sono invece i protagonisti con Graded del progetto “Biofeedstock” che punta allo sviluppo di piattaforme tecnologiche integrate per la valorizzazione di biomasse residuali attraverso schemi avanzati di trasformazione coerenti con i principi dell’economia circolare, come processi di bioraffinazione finalizzati alla produzione di “biocombustibili sostenibili” e bio-chemicals.
E’ interamente made in Campania “Occupant”, interventi che vede in campo, assieme alla società di Grassi, la Federico II e l’Università del Sannio, per lo studio e l’implementazione di soluzioni hi-tech volte a migliorare le condizioni di benessere e vivibilità degli ambienti all’interno degli spazi confinati degli edifici.
Impatto ambientale “zero” è la parola d’ordine di “Start” che si propone lo sviluppo di un prototipo di impianto di micro-cogenerazione energetica affidabile, sostenibile e competitivo fatto di mini impianti diffusi sul territorio. Partner del progetto sono l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, l’Università degli Studi del Sannio, Atena Scarl e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Punta allo sviluppo di tecnologie innovative ed ecosostenibili per la conversione energetica, infine, “Heart” che coinvolge le Università di Pisa, Genova e Viterbo. Il progetto prevede lo sviluppo di prodotti hi-tech realizzati per la prima volta nelle regioni Campania, Calabria e Sicilia, con l’uso di una fonte multipla (ad esempio metano con solare e altre rinnovabili) per la generazione distribuita di energia.
“Prosegue la collaborazione con il sistema universitario già avviata da tempo e che ha contributo a trasformare un’impresa impiantistica nata 60 anni fa in un gruppo polivalente con business di punta nella Green Economy e un mercato passato da locale a internazionale”, dice Vito Grassi, patron di Graded e presidente degli Industriali napoletani. “Lo sviluppo del nostro tessuto produttivo passa necessariamente attraverso un rapporto sempre più stretto tra imprese e mondo della ricerca: un binomio che permette di accrescere la propensione all'innovazione di prodotto, di processo e organizzativa delle imprese aumentandone il livello di competitività”.