Economia
Grecia, le registrazioni in mano a Varoufakis. Bomba ellenica sull'Eurogruppo

Una registrazione che scotta. In una chiacchierata con il New York Times, il ministro delle Finanze ellenico Yanis Varoufakis ha rivelato di avere una registrazione della riunione dell'eurogruppo di Riga di un mese fa in cui venne accusato dai suoi colleghi ministri delle Finanze Ue di essere “un perditempo inaffidabile”.
“Le accuse di quel giorno? Le nego tutte. Con ogni fibra del mio corpo”, ha detto l'economista greco al giornalista nel NYT. Del resto, ha aggiunto sibillino, “ho una registrazione completa di quella riunione”. Un nastro rovente dove sarebbero incisi parola per parola i toni di un dibattito "a tratti molto teso ed emotivo" - come l'ha definito allora il numero uno dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem - costato tra l'altro il posto di capo-negoziatore ellenico al vulcanico economista.
L'esistenza della registrazione ha preoccupato non poco i negoziatori comunitari. In primis, lo stesso Dijsselbloem. A Bruxelles hanno definito infatti l'accaduto un "ricatto". Cosa succederebbe se tutti i siti del mondo rimandassero in versione planetaria la cronaca dal vivo di un incontro delicatissimo dove 18 politici Ue "processano" senza i filtri della diplomazia il loro omologo di Atene? La preoccupazione per l'impatto mediatico è altissima, tanto che lo stesso ufficio di Dijselbloem ha ricordato in una nota che i meeting di questo livello sono riservati, pregando in sostanza Varoufakis di non divulgare la sua registrazione. Il ministro greco ha risposto senza dare certezze a nessuno: "La mia riservatezza e il mio rispetto per le istituzioni sono conosciuti a tutti". Frase che lascia ampio spazio a interpretazioni e che non è bastata a tranquillizzare l'Europa. Il suo malanimo è comprensibile. Gli attacchi subiti al vertice di Riga a fine aprile hanno portato a un secco ridimensionamento del suo ruolo nel team negoziale ellenico con l'Ex Troika. Una condizione - dicono in molti - posta da Bce, Ue e Fmi per far procedere il dialogo.
Intanto, secondo i dati del ministero delle Finanze ellenico nelle casse dello Stato restano meno di 800 milioni, contro i 2,8 miliardi di euro mensili necessari per pagare salari della pubblica amministrazione e pensioni (1,6 miliardi), i fondi sicurezza sociale (900 milioni) e i costi operativi del governo (300 milioni). Per non parlare degli obblighi internazionali per ripagare i prestiti al Fmi pari a 1,5 mld nel mese di giugno e i bond in scadenza a luglio e agosto alla Bce per 6,7 miliardi di euro.
Ma, in assenza di un accordo per sbloccare la tranche di aiuti del piano di salvataggio, i creditori internazionali dovranno aspettare: ieri Nikos Filis, portavoce del gruppo parlamentare di Syriza ha detto che il governo non pagherà la tranche di 300 milioni dovuta al Fmi il 6 giugno, assicurando che però verranno pagati stipendi e pensioni.
Secondo quanto ha fatto sapere il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, la crisi della Grecia sarà "molto probabilmente al centro del G7 finanziario di Dresda della prossima settimana". Il G7 finanziario si terrà a Dresda da mercoledì 27 maggio a venerdì 29 maggio. E Schaeuble, che a Dresda sarà il padrone di casa, ha confermato anche che oggi e domani al vertice dei leader europei di Riga non si intende discutere di Grecia.
Infine, Varoufakis è tornato proprio in queste ore in prima linea nella fase finale della trattativa con i creditori: "Abbiamo inviato al Brussels Group un pacchetto di riforme per chiudere la revisione del programma vecchio e per un nuovo contratto per la crescita della Grecia". La situazione della liquidità del paese - ha ammesso - è critica, ribadendo che se si dovrà scegliere se pagare stipendi e pensioni o debiti, Atene non avrà dubbi onorando i suoi impegni con i cittadini.