Economia
Guerra Ucraina, big petroliferi in fuga da Mosca: Bp-Equinor escono da Rosneft
La major britannica dismetterà la sua quota del 19,75% che detiene dal 2013. Il colosso norvegese Equinor cesserà gli investimenti: il patrimonio è di 1,2 mld
In apparenza puo' sembrare praticamente impossibile per il mondo cavarsela senza il paese che produce il 10% del greggio mondiale e fornisce il 40% del gas naturale all'Europa, ed e' improbabile che le esportazioni di energia della Russia scendano a zero.
Ma nel tempo gli acquirenti cercheranno di allontanarsi dalle forniture russe, specialmente i paesi occidentali. Nel tempo i flussi di petrolio potrebbero cambiare, con paesi come la Cina e l'India che acquisterebbero piu' petrolio russo, ma solo se il prezzo calera'. Il Gnl russo e il gas naturale potrebbero essere piu' difficili da sostituire nel breve o addirittura a medio termine.
Ma l'aggressione di Putin e' stato un importante campanello d'allarme per i leader europei, che probabilmente cercheranno soluzioni a breve termine come l'acquisto di piu' GNL dal mercato spot, cercando di aumentare la produzione domestica di gas naturale e persino posticipando il ritiro della generazione a carbone e nucleare. Col tempo maggiori investimenti nelle energie rinnovabili e nello stoccaggio delle batterie contribuiranno a ridurre la dipendenza dal gas russo. Il punto e' che l'invasione di
Putin ha probabilmente dato il via a un processo che non sara' fermato, anche se la Russia interrompesse le azioni militari in Ucraina, ritirasse le truppe e cercasse una soluzione diplomatica al confitto. I cambiamenti che stanno arrivando alle esportazioni di energia della Russia saranno probabilmente strutturali e potrebbero vedere Mosca diventare sempre piu' dipendente da una manciata di grandi acquirenti che non vorranno piu' avere a che fare con un regime autoritario e instabile.