Economia

Guerra Ucraina, big petroliferi in fuga da Mosca: Bp-Equinor escono da Rosneft

La major britannica dismetterà la sua quota del 19,75% che detiene dal 2013. Il colosso norvegese Equinor cesserà gli investimenti: il patrimonio è di 1,2 mld

Ciò significa che non acquisteranno, scambieranno o trasporteranno i volumi che avevano in passato. Questo non vuol dire necessariamente che il greggio e il Gnl non verranno venduti o consegnati, ma renderà più difficile commercializzarli per le società russe coinvolte e vendere i carichi che venivano presi dalle major petrolifere occidentali prima. Se a questo aggiungiamo anche la rimozione di alcune banche russe dal sistema di pagamento internazionale Swift, si intuisce come il commercio di greggio russo e Gnl sia appena diventato sostanzialmente piu' complicato.

Non importa che le sanzioni occidentali contro la Russia, Putin e la sua cerchia ristretta non prendano direttamente di mira le materie prime energetiche, perchè è comunque probabile che la maggior parte delle societa' commerciali, raffinerie, servizi pubblici, spedizionieri, banche e assicuratori riterranno che nelle circostanze attuali fare affari con la Russia sia troppo rischioso.

E anche se le aziende tentassero di continuare il business con Mosca, è probabile che diventi tutto piu' complicato. E quindi i volumi delle esportazioni potrebbero ridursi poiche' ci vuole piu' tempo per organizzare i carichi e, al fine di incentivare le aziende a continuare a fare affari con la Russia, il prezzo del suo greggio e GNL, e probabilmente anche del carbone, dovra' essere sostanzialmente al di sotto delle alternative. Anche le implicazioni a lungo termine per le esportazioni di energia della Russia sono profonde.