Economia
Hera scende in campo per sostenibilità e resilienza delle città del futuro
La multiutility organizza a Bologna il convegno “Re-inventing the city: smartness and resilience to face new challenges”
Hera, convegno sulle città del futuro: come dovranno cambiare per fronteggiare il cambiamento climatico e garantire benessere alle future generazioni? Con l'occasione, presentato il bilancio di sostenibilità.
Per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e invertirne un trend di cui sono in larga parte responsabili, le città del nostro più prossimo futuro non possono essere solo "smart", ma devono avere anche altre caratteristiche.
Il Gruppo Hera organizza a Bologna il convegno “Re-inventing the city: smartness and resilience to face new challenges” per esplorare le tante dimensioni di una transizione che, puntando alla sostenibilità dei modelli di sviluppo e alla resilienza dei sistemi urbani, coinvolge attori pubblici e privati.
Durante l'evento, che si è tenuto negli spazi della sede bolognese di Hera, sono stati illustrati i risultati raggiunti dalla multiutility rispetto ai diversi obiettivi per la sostenibilità raccolti nel bilancio di sostenibilità.
Sostenibilità e resilienza nelle città del futuro: il commento dei protagonisti del convegno
"Il Gruppo Hera anche quest’anno presenta risultati importanti" - ha detto ad Affaritaliani.it Stefano Venier, Amministratore Delegato Hera. "La nostra azione si sviluppa su tre assi fondamentali: promuovere l’utilizzo intelligente dell’energia, promuovere l’utilizzo efficiente delle risorse, supportare lo sviluppo del territorio anche tramite l’innovazione. Rispetto all’utilizzo efficiente dell’energia abbiamo dei numeri importanti da raccontare: abbiamo raggiunto e superato un risparmio energetico di più del 4% alla fine dello scorso anno, ridotto l’impronta di carbonio del 16%, e sul fronte dell’utilizzo efficiente delle risorse abbiamo ormai raggiunto livelli di raccolta differenziata tra i più alti in Italia; soprattutto abbiamo sviluppato il riciclo delle plastiche: lo scorso anno più di 80mila tonnellate di plastica sono state rigenerare per dare vita a nuovi prodotti. Le città - ha continuato Venier in riferimento al tema del convegno - sono l’ambiente da cui deve partire questo nuovo movimento per trovare risposte ai problemi che sono ormai visibili e mi riferisco innanzi tutto all’emergenza del cambiamento climatico. La città occupa solo il 2% della superficie terrestre, eppure è il posto nel quale oggi in Europa vive il 50% della popolazione e dove si consumano i due terzi delle risorse. È partendo dal cambiamento culturale delle città che si possono risultati necessari per un equilibrio e per un sistema che possa essere resiliente nel tempo".
“Il territorio è al centro di una storia bella costruita sul territorio e per il territorio" - ha detto ad Affaritaliani.it Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Hera. "La risposta al territorio e i benefici pensati per esso devono essere un costante punto di riferimento per l’attività di aziende socialmente attente e con la caratteristica di avere al centro del loro operato esattamente il territorio. Il tema delle città è il motore degli interventi e delle politiche verso il territorio. Il tema della sostenibilità per noi non è una novità. Tutti i nostri business muovono in un’ottica di sostenibilità. Abbiamo messo in atto politiche specifiche come quella dell’economia circolare. Alcune delle nostre iniziative degli ultimi tre anni sono particolarmente qualificate nel panorama italiano proprio sul tema della sostenibilità. Questo tema affonda nelle nostre radici più profonde, anche se oggi viene affrontato da noi in modo più articolato ed influenza scelte di strategia e di partnership. Non è uno slogan che abbiamo comprato”.
“Il Bosco Verticale è un prototipo che ormai ha un certo periodo di vita" - ha detto Stefano Boeri ad Affaritaliani.it. "Le piante sono lí da sette anni, gli umani da cinque, i volatili anche. Siamo oggi in grado di valutarne vantaggi e svantaggi. Siamo in grado quindi di ripensare e rigenerare questo tipo di architettura in diversi luoghi del pianeta, con condizioni climatiche differenti. Partiamo sempre da questo punto perché le nostre sono essenzialmente architetture per gli alberi. Il primo Bosco Verticale, quello di Milano, ha avuto un costo importante anche per i costi di ricerca molto significativi. Oggi abbiamo in cantiere diversi boschi verticali in social housing, penso in particolare a quello di Eindhoven oppure a quelli realizzati in Cina. Sono edifici con una quantità importante di alberi e piante, e costi di affitto accessibili a tutti. Questo per noi è un grande passo in avanti. Milano sta lavorando bene sugli spazi verdi" - ha continuato l'architetto. "Io credo che il Parco della biblioteca degli alberi sia un bellissimo segnale. La costruzione di un sistema di foreste periurbane che blocchi lo sviluppo di ossigeno, riduca il calore, aumenti la biodiversità, i 3 milioni di alberi che Milano vuol piantare sono anch’essi tutti segnali positivii”.
Il Premio Nobel Paul Romer ha sottolineato come per far crescere le città attraverso una rete ci debba essere solidarietà sociale. “Serve una Carbon Tax – ha detto Romer - che poi altri paesi seguirebbero. L’importante è agire anche se in ritardo. Le città sono piattaforme reali, è necessario ripensare per loro un modello vincente. Il nostro modo di vivere è stato rivoluzionato dai cambiamenti climatici”.
Il Global Ambassador delle B Corps Marcello Palazzi ha detto ad Affaritaliani.it: “B Corp è un movimento globale in 65 paesi con circa 3000 aziende che si certificano a seconda del loro impatto positivo. Viene fatta una fotografia totale dell’azienda con lo scopo di misurare l’impatto positivo. Il movimento è nato 10 anni fa. L’Italia da questo punto di vista è all’avanguardia perché ha anche passato una legge chiamata Società benefit dove ci sono circa 300 società benefit in Italia. Questo movimento sta andando in giro per il mondo: Australia, Argentina, Taiwan stanno discutendo la stessa legge. Una strada quindi per rinnovare il capitalismo verso un’economia più rigeneratrice. Aziende storiche come Danone hanno aderito a B Corp così come aziende giovani. Quello che conta è l’intenzionalità dei leaders di riuscire a integrare il profitto con un aspetto positivo. Stiamo cercando di creare insieme l’Economia B, economia del benessere, per far sí che il cittadino abbia più benefici dall’economia imprenditoriale".
Impegnata sul campo per consolidare sostenibilità e resilienza delle città che insistono sui territori serviti, Hera intende rilanciare il dibattito sul ruolo guida che spetta ai centri abitati nella transizione verso nuovi modelli di sviluppo. L’iniziativa si inserisce nella scia di importanti esperienze internazionali culminate proprio a Bologna, nel 2017, con la redazione della Carta di Bologna per l’Ambiente, sottoscritta dai sindaci e dai rappresentanti delle città metropolitane e alla definizione dei cui contenuti ha contribuito anche la stessa multiutility.
"Gruppo Hera è molto impegnato nell’educazione ambientale - ha detto il Sindaco di Bologna, Virginio Merola. "Le nostre scuole sono all’avanguardia per quanto riguarda l’educazione outdoor per educare al contatto con la natura e con l’ambiente. l’impegno delle nostre imprese e delle nostre insegnanti è molto diffuso. Hera ha fatto un grande investimento nel nostro centro storico rispetto alla raccolta differenziata. La risposta della cittadinanza nell’insieme è diffusa e partecipata”.
Stefano Venier ha sottolineato in chiusura come Smart city sia uno slogan che sentiamo ripetuto da tempo. "Oggi nessuno ha pronunciato queste parole. La tecnologia dunque è un mezzo e non un fine. Le parole che abbiamo sentito più frequentemente sono invece sostenibilità e resilienza. Hera è impegnata nel lavoro di costruzione di un modello che si basa su tre esse: sostenibilità, sicurezza infrastrutturale, smartness e cioè intelligenza o, meglio, sensibilità costruita all’interno delle città attraverso la tecnologia".
L’epilogo dell’evento è stato affidato al Piccolo coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano di Bologna che ha cantato Do it now ed è andato a chiudere così il cerchio rispetto a quello che era stato il prologo della giornata: la lettura di uno script di Stefano Massini da parte della giovane attrice Ludovica Nasti.
Le giovani generazioni sono state infatti punto di riferimento, pubblico elettivo, testimoni e motore di ogni discorso affrontato dai relatori del convegno. Diretti protagonisti, quindi, e non passivi spettatori di un mondo che cambia e che chiede, esige, l’intervento dei “più grandi”.
Se la "generazione di Greta" infatti può scendere in piazza, gridare allo scandalo, affermare che non abbiamo più tempo e che bisogna intervenire per far fronte alle conseguenze del cambiamento climatico, chi può e deve intervenire sono le istituzioni, le università e, non da ultime, le aziende come Hera.