Economia
Huawei, a fine 2020 Harmony su mobile. Parte la sfida ad Android-iOs
Meno di un anno e mezzo fa il bando americano di Donald Trump che con il divieto a Google di fornire la propria tecnologia agli smartphone Huawei rischiava di azzoppare la corsa del colosso di Shenzen alla leadershp cinese nel mercato dei telefonini. Bando a cui Huawei aveva risposto mettendosi immediatamente al lavoro su una propria piattaforma.
Oggi, che il cigno nero si è trasformato in un'opportunità, è arrivato il tanto atteso annuncio: Harmony, il sistema operativo su cui Huawei sta lavorando da tempo e che già dal 2019 fa funzionare indossabili (smartwatch e sportwatch) e televisori, sarà open source e la versione mobile sarà disponibile per gli sviluppatori entro la fine dell'anno. In soldoni, significa che il gruppo cinese ha deciso di proporre il proprio sistema operativo come alternativa ad Android di Google e ha chiamato alle armi gli sviluppatori perchè lavorino sodo per migliorarlo e renderlo competitivo.
Se le cose andranno come prevede il colosso di Shenzhen, tra pochi mesi potrebbe arrivare su piazza il terzo sistema operativo a sparigliare il duopolio iOs-Android consolidato dopo la scomparsa di Windows Mobile. Dalla mossa della Casa Bianca sui Google Mobile Service (Gms) - quell'insieme di app (da Maps a Pay) che fanno funzionare al meglio gli smartphone Android - era stato chiaro che il colosso cinese non sarebbe stato ad aspettare che l'amministrazione Trump trovasse il modo di togliergli dalle mani anche il sistema operativo.
E l'annuncio fatto oggi alla conferenza degli sviluppatori è la prova che, nonostante le ripetute assicurazioni che l'intenzione prima era continuare a lavorare con Google, Huawei stava lavorando a un 'piano B' cosi' alacremente che in breve è diventato il 'piano A'.
"Le stelle brillano anche nelle notti piu' buie. E gli sviluppatori sono le nostre stelle. Tutti insieme formano una galassia stupenda che ci illuminera' la strada" ha non a caso detto Richard Yu, executive director and Ceo of Huawei consumer business group: retorica cinese per dire che l'azienda venderà cara la pelle nonostante i tentativi americani di lasciarla prima a corto di software con il bando sui Gms, poi di hardware con il divieto planetario di rifornirla di microprocessori.
"Il passo avanti di Huawei nello sviluppo del suo ecosistema è il risultato del forte sostegno da parte di sviluppatori e partner globali" ha aggiunto Yu, "Huawei aprirà completamente ai developers le sue tecnologie chiave, software e hardware, collaborando con loro per promuovere un'ulteriore miglioramento dell'ecosistema Huawei all-scenario". Tradotto: faremo di tutto per avere un sistema operativo cosi' performante da tirare dalla nostra parte anche altri produttori cinesi.
E se si pensa alle quote di mercato del gruppo Bkk (Oppo, OnePlus e realme) e, perchè no, a Xiaomi, qualora i cinesi dovessero decidere di fare squadra, le cose per Google potrebbero mettersi male. Intanto con il supporto di oltre 1,8 milioni di sviluppatori, AppGallery e l'ecosistema Hms (Huawei Mobile Services) - l'insieme di servizi con cui l'azienda cerca di supplire alla privazione dei Gms - sono cresciuti esponenzialmente nel corso dell'ultimo anno. AppGallery ha attualmente oltre 96.000 app integrate con HMS Core e oltre 490 milioni di utenti attivi a livello globale.
Inoltre, ha anche raggiunto il record di 261 miliardi di download di app tra gennaio e agosto 2020. Come se non bastasse Huawei sta costruendo tre laboratori globali di ecosystem cooperation in Russia, Polonia e Germania per essere a servizio degli sviluppatori e fornire servizi di abilitazione, test e certificazione. Cinque centri di servizi per sviluppatori globali saranno anche costruiti in Romania, Malesia, Egitto, Messico e Russia, fornendo servizi e piattaforme locali per aiutare gli sviluppatori.