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Economia
I Benetton ora vogliono Abertis. Atlantia studia l'Opa sul gruppo iberico

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Accelera il piano espansione all'estero di Atlantia per ridurre la dipendenza dal mercato italiano. Dopo aver messo le mani nel 2016 suIl'aeroporto di Nizza (il terzo scalo francese), il colosso italiano delle concessioni autostradali, che ha in pancia anche gli aeroporti di Roma, Adr (e pure una piccola quota di Save) e controllato dalla famiglia Benetton, ha messo nel mirino il competitor spagnolo Abertis, studiando un possibile takeover. 20 miliardi di capitalizzazione di mercato per il gruppo della famiglia di Ponzano Veneto guidato da Giovanni Castellucci contro i 15 del gruppo con sede a Barcellona che è il più grande operatore al mondo delle autostrade (si legge sul sito della società), con oltre 8.300 kilometri in concessione in ben 14 Paesi. Dal Cile agli Stati Uniti, compresi Italia (ha il 51% di A4 holding, la società che gestisce tra l'altro la Serenissima Brescia-Padova) e India. Dalle reti estere, arriva oltre il 70% dei ricavi dei 4,4 miliardi di ricavi annui di Abertis.

gilberto benetton
 

Si tratta di un ricorso storico visto che nell'aprile del 2006, Abertis e l’allora Autostrade Spa dei Benetton annunciarono il merger alla pari in una fusione da 45 miliardi, una "vendita mascherata", secondo il governo italiano di allora (Prodi) - perché per i primi tre anni il Ceo e la sede sarebbero stati spagnoli - che fu bloccata in Zona Cesarini dal ministro delle Infrastrutture, Antonio di Pietro, che cambiò le regole della concessione autostradale.

Ora, dopo che a fine 2009 gli spagnoli vestirono ancora la parte del predatore in Italia mettendo sul sul tavolo degli eredi di Marcellino Gavio 1,3 miliardi per prendersi la Sias Torino-Milano (offerta poi rifiutata), Abertis è diventata preda di Atlantia. 

Il gruppo iberico, guidato da Francisco Reynes, è stato costretto ad alzare il velo sulla trattativa riservata ancora in forma privata con la società amministrata da Castellucci dopo un'indiscrezione fatta filtrare dall'agenzia Bloomberg che ha citato fonti vicine all'operazione e che ha spinto la Consob spagnola a chiedere chiarimenti in merito (da dare al mercato) ad Abertis. Immediata la reazione dei titoli in Borsa, con la società iberica che sul listino di Madrid è schizzato verso l'alto con un guadagno di oltre l'8% mentre a Piazza Affari, Atlantia ha accelerato al ribasso e perdendo il 3,79% a fine seduta (a 23,09 euro per azione).

Luciano Benetton
 

La nota di Abertis spiega che Atlantia le ha "manifestato il proprio interesse ad esplorare una possibile operazione societaria i cui termini non sono ancora stati specificati". Operazione che darebbe vita a un operatore autostradale leader mondiale del settore con un giro d'affari complessivo annuo di oltre 10 miliardi di euro, superiore a quello della rivale francese Vinci, che nel 2016 ha portato a casa ricavi dalle concessioni pari a circa 6,3 miliardi di euro.

Al momento, dunque, i colloqui intorno a questa possibile opportunità sono ancora in corso e non è chiaro se l'Opa del gruppo italiano possa essere mista cioè in contanti e carta contro carta oppure tutta cash.

In caso, si vocifera, accanto alla cassa che i Benetton stanno facendo con altre operazioni come la vendita del 15% della controllata Autostrade per l'Italia da cui potrebbero arrivare circa 2,5 miliardi di euro, l'appoggio al gruppo sarebbe fornito da Banca Intesa, istituto che conosce bene la holding italiana (il presidente del consiglio di sorveglianza Gian Maria Gros-Petro ha presieduto dal 2002 al 2010 l'ex Autostrade Spa) e ormai la banca di sistema dei grandi gruppi italiani per le maxi-operazioni. Proprio agli spagnoli, la banca di Carlo Messina, ad aprile dello scorso anno, aveva venduto la quota di controllo del trafficatissimo tratto autostradale Brescia-Padova.

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