Economia
I pagamenti digitali non piacciono alle Borse: bruciati 7 mld in un giorno
L'italiana Nexi ha registrato una perdita del 13,3%, l'olandese Adyen del 6,2%, e la britannica Cab addirittura il 11,7%
Crollano le società di pagamento in Europa: bruciati 7 mld in una seduta
Il settore dei pagamenti digitali in Europa ha subito un duro colpo, con una sola seduta di Borsa che ha visto scomparire oltre 7 miliardi di capitalizzazione tra le società del settore. L'allarme è stato scatenato dai conti della società francese Worldline, il cui tracollo ha innescato il panico tra gli investitori, portando alla vendita massiccia di azioni in tutto il settore. L'italiana Nexi ha registrato una perdita del 13,3%, l'olandese Adyen del 6,2%, e la britannica Cab addirittura il 11,7%.
Leggi anche: Cvc Capital Partners ha pronta un'offerta per Nexi
Nessuna di queste perdite, tuttavia, può competere con il colpo subito da Worldline, che ha visto il suo valore di mercato crollare del 59% in una sola giornata, passando da 6,8 a 2,7 miliardi di euro. Questo gruppo francese, che conta tra i suoi clienti alcune banche italiane, ha ridotto le previsioni di ricavi e margini per l'anno in corso, segnalando problemi soprattutto in Germania.
La causa principale di tali problemi sembra essere una diminuzione dei consumi voluttuari a favore dei beni essenziali, che ha portato a una brusca riduzione dei margini di Worldline. Ad esempio, la società guadagna commissioni cinque volte superiori dalla spesa nei ristoranti rispetto agli acquisti nei discount. Inoltre, Worldline ha annunciato la rescissione di contratti per 130 milioni di euro con migliaia di clienti tedeschi coinvolti in frodi e cybercrimine, in seguito a un rafforzamento della regolamentazione da parte delle autorità locali.
Tuttavia, ciò che ha scioccato gli investitori più del taglio delle previsioni è stato il tempismo dell'annuncio. Il management del gruppo aveva di recente rassicurato gli investitori riguardo ai propri risultati, rendendo questo drastico cambiamento di scenari sorprendente.
Tutto ciò solleva delle importanti domande: il caso di Worldline è un evento isolato o è un campanello d'allarme per l'intera industria dei pagamenti? Le vendite su Nexi sembrano essere una diretta conseguenza del crollo di Worldline. La società italiana pubblicherà i risultati del trimestre il 9 novembre, e solo allora si potrà capire se e quanto il rallentamento dei consumi abbia influito sulle sue performance. Va notato che l'esposizione di Nexi alla Germania è modesta, rappresentando solo il 6/7% dei ricavi. Inoltre, l'azienda ha adottato un approccio prudente nelle previsioni di crescita.
Tuttavia, l'incertezza sull'andamento del settore non è gradita agli investitori, che stanno valutando attentamente le loro posizioni. Alcuni fondi, tra cui il britannico Cvc, il canadese Brookfield e lo statunitense Towerbrook, sembravano interessati all'acquisizione di Nexi, ma negli ultimi giorni il loro interesse si è raffreddato. Questo potrebbe essere dovuto sia alla complessità dell'affare, sia alle incertezze che circondano l'industria dei pagamenti, amplificate dal crollo di Worldline. Un ostacolo potenziale a un'operazione di acquisizione è la presenza della Cassa Depositi e Prestiti nell'azionariato di Nexi con una quota del 13,6%. Ciò potrebbe rendere più difficile la realizzazione di piani per spezzettare la società o per consolidare il settore dei pagamenti in Italia.
Inoltre, le incertezze attuali non rendono allettante un'operazione che potrebbe superare i 10 miliardi di euro. In sintesi, il settore dei pagamenti digitali in Europa è attualmente sotto pressione, con le incertezze sulla situazione economica e regolamentare che stanno influenzando le decisioni degli investitori e delle aziende del settore. Sarà interessante osservare come si evolverà la situazione nei prossimi mesi e se altri eventi sconvolgenti come quello di Worldline influenzeranno ulteriormente il mercato.