Economia
Rumors, nuovo vertice in Bce per Banco Popolare-Bpm
La Bce convoca di nuovo a Francoforte Pierfrancesco Saviotti e Giuseppe Castagna in un vertice che potrebbe diventare risolutivo per la prima fusione bancaria dell'era Vigilanza europea. Lo scrive il Messaggero, spiegando che per la tarda mattina di domani l'Authority dele grandi banche Ue avrebbe invitato i Ceo di Banco Popolare e Bpm per confrontarsi sui punti di dissenso del piano incentrati sulla governance. Non e' scontato che i banchieri rientrino in Italia con una fumata bianca, anche se ormai il faro del team di Daniele Nouy e' acceso sulla governance abbozzata nell'ultimo progetto di fusione inviato una settimana fa, dopo un confronto in Bankitalia con il vice direttore generale Fabio Panetta e Carmelo Barbagallo.
Proprio perche' le divergenze riguardano il governo di quella che potrebbe diventare la terza banca italiana, stasera a Milano si dovrebbero incontrare i due presidenti, Carlo Fratta Pasini (Banco) e Mario Anolli (Bpm) per concordare fin dove i rispettivi capi azienda potranno spingersi su ulteriori concessioni a Francoforte. Dal momento che tra le riserve dei Vigilanti ci sarebbe anche la nascita, post fusione, di una Bpm spa con 900 sportelli lombardi dei due gruppi, sempre ieri Anolli e Castagna avrebbero consultato gli stakeholders (sindacati, qualche leader del pensionati e dell'associazione soci non dipendenti) per trovare una quadra, ma fonti sindacali fanno sapere che a questo punto i margini di flessibilita' si sarebbero assottigliati al massimo.
C'e' fiducia nelle capacita' negoziali di Castagna e Saviotti anche se si lamenta il muro dei Vigilanti verso la nascita di una legal entity per soli tre anni, con l'impegno dei vertici a incorporarla nel 2019. Ormai la nuova banca e' stata svuotata nel lungo confronto con la Bce: secondo l'ultima versione sarebbe una semplice rete di vendita prodotti, con un consiglio di soli sette membri. Gli altri punti della governance nel mirino riguardano il plenum del nuovo Cda (19 vengono ritenuti troppi, meglio 15), i poteri del comitato esecutivo gia' ridotti solo ai crediti e il tetto del 5%: i sindacati riferiscono che c'e' disponibilita' a rinunciarvi.