Economia

Il futuro dell'Europa nelle mani della Bce?

Lagarde ed il suo board hanno sempre girato il viso verso il dogma dell'inflazione al 2% strafregandosene bellamente delle esigenze dei risparmiatori, delle famiglie e delle aziende. Il commento

di Ezio Pozzati

Il futuro dell’Europa dipende dalla Bce?

Oggi viviamo “distratti” quotidianamente dalle molteplici situazioni geopolitiche, attualmente ci sono circa 40 conflitti armati significativi in corso nel mondo, che variano per intensità e cause. Questi includono guerre civili, insurrezioni terroristiche e dispute territoriali. Perché questa premessa? Ho letto un interessante articolo Tassi BCE, Cipollone a Lagarde e ai falchi: Non solo BTP & Co., anche prestiti banche in pericolo che mi ha fatto molto riflettere.

Mi sarei aspettato una levata di scudi dai mass media, dagli economisti, ma soprattutto dei Governi e dai politici. Le motivazioni? Sono presto dette: fine dei bazooka sui titoli di stato di nazioni come la Grecia (gestita negli ultimi 10 anni con il MES -Meccanismo Europeo di Stabilità – da me ribattezzato Meccanismo di Esproprio Sistematico) che non è ancora uscita dalla sua crisi, della Francia emittente degli OAT o dell'Italia con i BTP e come se non bastasse i piani riguardano anche le banche dell'Eurozona.

Ecco allora che si sono inventati un “periodo di riflessione” nella possibilità di ulteriori tagli ai tassi; motivo? I probabili scenari futuri determinati anche dai più o meno probabili dazi doganali preventivati, ricadenti sull'Europa, da parte degli USA. Ho scritto nel corso degli anni più articoli in merito alla gestione della BCE rispetto all'economia reale e finanziaria degli Stati dell'Unione, ma stranamente la Lagarde ed il suo board hanno sempre girato il viso verso il dogma dell'inflazione al 2% strafregandosene bellamente delle esigenze dei risparmiatori, delle famiglie e delle aziende.

Nazioni come la Germania, spalleggiata anche dai paesi del nord Europa, ha sempre frenato sul debito pubblico degli altri, mentre oggi, che si trova ad affrontare una pesante recessione, abbraccia pienamente la considerazione che il debito pubblico non è un male. Questo accade solo quando fa comodo? Oggi la BCE ha deciso che deve fare l'indovina per tutte le problematiche che si paleseranno nel prossimo futuro, ergo gestirà come più le aggrada i possibili scenari paventati.

Passatemi una piccola digressione sulla BCE: la BCE nel 2022 ha avuto “zero” profitti, poi per due esercizi consecutivi perdite per 7,886 miliardi nel 2023 e 7,944 miliardi nel 2024 bruciando per coprire parte delle perdite nel 2023 la riserva accantonata pari a 6,6 miliardi di euro (disavanzo 1,266 MLD) realizzata con gli utili degli anni precedenti. Se fosse un'azienda credo che il Management si sarebbe dimesso o comunque le loro dimissioni sarebbero state richieste. La domanda poi sorge spontanea: la BCE è una istituzione nata per affrontare e risolvere le problematiche dell'Europa oltre a quelle dell'euro?

Oggi non lo sappiamo! Sulla carta c'è scritto che la BCE gode di un'autonomia assoluta e che l'unica cosa che fa è informare la Commissione ed il Parlamento Europeo, niente di più. Per concludere, lo scenario è preoccupante, quindi ribadisco che va rivisto il trattato con la BCE, che sembra sempre più un contratto di assicurazione dove non puoi modificare nulla perché è solo per “adesione”. Rimango comunque abbracciato al proverbio che ci è giunto tramite l'opera “Trecentonovelle” scritta da Franco Sacchetti nel 1392 e che recita: “Or guarda bello indovino che tu se’, e come la ricchezza è con teco”. In pratica fammi indovino e ti farò ricco! E allora attendiamo “fiduciosi” la divinazione della BCE.

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