Economia

Il modello Materias piace ai Cinesi. Pronti ad investire sulle nuove idee

Eduardo Cagnazzi

Per Luigi Nicolais, già presidente del Cnr, il Paese asiatico apprezza quanto creato dalle startup che si basano sulla conoscenza scientifica e sull'innovazione

Direzione Cina e ritorno. Il modello Materias, la startup napoletana che connette i ricercatori con l'industria, piace anche a Pechino: l'azienda guidata da Luigi Nicolais ha infatti sottoscritto un accordo con l'Accademia di Scienze Cinesi. All'orizzonte si profila anche uno scambio azionario, “ma la società - ci tiene a precisare il patron di Materias - è e resterà solidamente a guida italiana”. Il filo diretto tra Napoli e Pechino è stato annunciato nel corso del workshop “Le nuove sfide della valorizzazione della ricerca: il modello Materias”, al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, nell'ambito della quarta edizione dell'Innovation Village.

“I cinesi sono interessati a investire in Materias  -ha spiegato il presidente Nicolais (nella foto a destra), professore emerito di Ingegneria, già presidente del Cnr e ministro per l'Innovazione- perché apprezzano il nostro modello centrato su startup science based, ossia basate sulla conoscenza scientifica. Ora, però, confidiamo anche in un maggior afflusso di capitali da parte degli investitori istituzionali italiani. Nel campo dei nuovi materiali non basta trovare il finanziatore, servono anzitutto esperti per aiutare il ricercatore ad arrivare al prototipo. Dopo poco più di due anni di attività, con 4 milioni di euro investiti, abbiamo intercettato 800 idee, elaborate per il 60% da under 40 campani. Le migliori sono state finanziate: 14 vanno verso la messa in produzione e tre sono già pronte per il mercato”.

Il workshop a Pietrarsa è stato anche una vetrina per tre storie di successo targate Materias. Si parte da peptidi antimicrobici. Un nome difficile per descrivere un potente antibatterico già corteggiato da numerose aziende, pronte a firmare accordi commerciali sia nel settore sanitario, per mandare in soffitta i vecchi antibiotici e i disinfettanti di natura chimica, sia in quello del food packaging. I peptidi consentono, infatti, di allungare la conservazione dei prodotti alimentari da cinque a venti giorni.                                        Il secondo progetto illustrato riguarda microaghi polimerici per il rilascio indolore dei farmaci che possono sostituire la vecchia siringa. Si tratta di aghi tanto piccoli, applicati tramite un cerotto, da non arrivare a toccare il sistema nervoso. Quindi, niente dolore e niente pianti per i bambini da vaccinare. Il brevetto è stato venduto alla multinazionale svizzera Ibsa che entro cinque anni affiderà la produzione alla Altergon di Morra De Santis, nell'avellinese.                                                                                                                                  Infine, la stampa 3D per la produzione di manufatti in cemento armato, targata Etesias, la prima startup di cui Materias è socia al 50 per cento. Nuova tecnica e nuovo materiale che, con minor produzione di C02, consentono solide costruzioni con i sostegni di ferro a vista per renderne più agevole il controllo statico. Con questo progetto, il monitoraggio delle infrastrutture diventa più semplice e anche più economico.

Ma in cantiere ci sono tanti altri progetti, elaborati con ricercatori di tutta Italia, che vanno dalle alghe utilizzate come fertilizzanti agli scarti del caffè come base delle creme per la cura del corpo, al poliuretano dalla struttura simile alle ossa umane, ideale per suole di scarpe da ginnastica. “L'Italia è al primo posto al mondo per produzione scientifica – ha aggiunto Nicolais - ma agli ultimi per trasformazione di idee in progetti industriali. Materias vuole contribuire a colmare questo gap”.