Economia
Il no di Cottarelli rilancia lo spread. Piazza Affari -2,65% tonfo dei bancari

Moody's avverte: taglio rating senza riforme e calo debito
Un'altra giornata al cardiopalma per lo spread, con gli occhi puntati alla situazione politica italiana. Dopo aver sfondato quota 320 punti, il differenziale Btp/Bund ha poi ripiegato fino a scendere a 262. Poi, ha invertito la rotta e ha ripreso la sua corsa fino ad archiviare la seduta a 293 punti con la quasi certa rinuncia di Carlo Cottarelli di formare il governo. Anche il tasso di rendimento si e' innalzato, arrivando al 3,2%.
La Borsa di Milano chiude in calo con il Ftse Mib che cede il 2,65% a 21.350 punti. Sulla seduta pesano le incertezze del quadro politico italiano dopo l'incontro tra il premier incaricato, Carlo Cottarelli, ed il capo dello stato, Sergio Mattarella, e la notizia che si rivedranno domani. A Piazza Affari il Ftse All Share, l'indice che rappresenta tutte le azioni del listino milanese, ha perso il 2,71%, bruciando altri 17,2 miliardi di euro di capitalizzazione. In undici sedute, da quando sono iniziate le fibrillazioni sui mercati per la situazione politica italiana, lo scorso 15 maggio, sono andati in fumo in Borsa circa 80 miliardi. Il conto piu' salato l'hanno pagato ancora una volta le banche, con 4,7 miliardi di euro bruciati anche oggi, dopo che l'indice Ftse All Share Banks ha perso il 4,7%.
Altra seduta di passione per la Borsa valori in attesa che il premier incaricato Carlo Cottarelli presenti la lista dei ministri, mentre la possibilita' che si torni al voto subito dopo l'estate torna a farsi sempre piu' concreta. In questo scenario lo spread tra Btp e Bund ha superato persino i 300 punti per poi riassestarsi intorno a quota 280. Tornando agli indici, il Ftse Mib - dopo aver toccato anche il -3% - ha archiviato la sessione a quota 21.350, in perdita del 2,65%, la peggior performance tra i principali listini europei. In linea l'All Share con un -2,71%. Debacle per i finanziari e i bancari in particolare, con Unicredit a -5,61%, Ubi -4,90%, Mediobanca -4%, Generali -3,48%, Intesa Sanpaolo -4,09%, Bper -.5,04%, Banco Bpm -6,73%. Negativi anche il lusso (Ferragamo -1,65%) e gli industriali (Leonardo -5,39%), anche se Fiat Chrysler ha contenuto la flessione a un -0,48% in vista della presentazione del nuovo piano industriale (venerdi' prossimo). Per quanto riguarda gli energetici, Enel a -2,44%; Eni sui valori della vigilia a 15,094 euro per azione (+0,13%), con Saipem che invece si e' mossa in forte controtendenza piazzando addirittura un +3,22% grazie a un prezzo del petrolio in lieve crescita. Mediaset -4,67%; Telecom Italia, infine, ha chiuso con un -2,27% la giornata in cui Iliad ha annunciato il proprio sbarco sul mercato italiano con le proprie proposte commerciali.
Moody's, agenzia di rating in allerta: improbabile un rialzo del rating
Un segnale di allerta arriva anche dall'agenzia di rating Moody's, che avverte che taglierà il rating italiano, oggi a Baa2, se il prossimo governo porterà avanti politiche di bilancio "insufficienti a posizionare nei prossimi anni il debito su una traiettoria di discesa". Secondo l'agenzia altrettanto negativo sarebbe "un fallimento nell'articolare e presentare un'agenda di riforme strutturali credibili". Moody's reputa "molto improbabile" un rialzo del rating, spiegando che una conferma potrebbe invece arrivare se il programma di riforme si rivelasse ambizioso e se il governo delineasse un effettivo percorso di rientro del debito.
Spread, Italia nel caos. Lo spread tocca 320 e poi ripiega
Si registra anche un ulteriore, preoccupante, segnale di allarme. Il differenziale sui titoli di Stato a due anni, che già ieri era schizzato a 153 punti, 50 punti in più rispetto a venerdì, in mattinata si è impennato fino a 300 punti. Ormai lo spread su questa scadenza più breve supera persino quello sui titoli decennali: è un altro termometro di preoccupazione. Lo stesso che si evince dall'asta di Bot semestrali, con il rendimento che è schizzato all'1,21%, tornando positivo per la prima volta dall'ottobre 2015 e ai livelli più alti dal 2012. Numeri inimmaginabili soltanto qualche mese fa, se si pensa che all'asta di aprile il rendimento lordo è stato di -0,41%. A conti fatti, tra le due aste c'è un aggravio di spesa per interessi per lo Stato di una quarantina di milioni.
Piazza Affari in allarme: indice di Piazza Affari cede il 2,94%
Le preoccupazioni si riflettono anche su Piazza Affari, con l'indice di Piazza Affari che cede il 2,94%, spinto al ribasso da tutto il comparto bancario che raggruppa i principali detentori di titoli italiani. Milano fa peggio di tutti gli altri listini europei: Londra cede l'1,2% come Francoforte e Parigi. Male Madrid che arretra del 2,4%. L'incertezza italiana ha ripercussioni anche sul fronte valutario, con l'euro che è scivolato a 1,153 dollari (dagli 1,1625 di ieri), ai minimi da dieci mesi. Anche Tokyo ha pagato la flessione dell'euro e il rafforzamento dello yen, con l'indice della Borsa nipponica che stamattina ha archiviato la seduta in calo dello 0,55%.
Moody's: taglio rating senza riforme e calo debito
Gli ultimi sviluppi della situazione politica italiana "non cambiano la nostra recente decisione di mettere sotto osservazione il rating del debito italiano per un downgrade". Lo annuncia Moody's in una nota, dopo che venerdi' aveva comunicato di aver in corso una revisione sul suo rating dell'Italia, attualmente a Baa2. Revisione che terminera' quando sara' piu' chiara la direzione della politica italiana. Moody's avverte che il rating sovrano dell'Italia "verra' ridotto se la nostra conclusione sara' che chiunque componga il prossimo governo italiano mettera' in campo politiche di bilancio inadeguate a mettere il debito italiano in una rotta discendente di lungo periodo. La mancanza di un'agenda di riforme sufficiente ad assicurare crescita di lungo termine sara' ugualmente negativa per il rating", spiega la nota dell'agenzia internazionale di rating.