Economia

Il Ponte come opportunità di sviluppo dell’area dello Stretto di Messina

di Marco Foti

La realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina si delinea quindi come missione prioritaria per lo sviluppo del territorio

L’Accordo per l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto delinea i parametri per la definizione del bacino territoriale ottimale per l’Area Integrata dello Stretto, la quale dovrà ricomprendere almeno i territori comunali di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni e i territori urbani e suburbani meritevoli di essere inclusi all’interno del bacino, sulla base di analisi della domanda che tengano conto delle caratteristiche socio – economiche dell’utenza e della struttura del territorio di riferimento.

Accordo che prevede l’attribuzione di funzioni attinenti la continuità territoriale al nuovo ente di governo, in ragione della peculiarità dell’Area integrata dello Stretto che, secondo i dati dell’ISTAT, genera una domanda di mobilità sistematica giornaliera (tra le due regioni) maggiore di 6 mila spostamenti di andata per studio e lavoro. A questi dati occorre aggiungere il risultato degli studi effettuati dalla Struttura di Missione del MIMS, i quali, in assenza di un collegamento stabile con l’attuale rete stradale e ferroviaria di collegamento con il nord del Paese, evidenziano un traffico dello Stretto di Messina caratterizzato da:

·         11 milioni passeggeri/anno, confrontabili con il totale dei passeggeri/anno movimentati dagli aeroporti siciliani;

·         0,8 milioni veicoli pesanti/anno (trasporto delle merci), paragonabili al traffico veicolare pesante del Frejus e superiori a quelli del Monte Bianco;

·         1,8 milioni di veicoli leggeri/anno, superiori al traffico veicolare del Monte Bianco.

 

L’Accordo prevede che gli Enti si impegnino, ancor prima della creazione dell’Area integrata, a garantire il coordinamento interno dei servizi di mobilità di propria competenza, al fine di assicurare la coincidenza degli orari, il coordinamento con i servizi di competenza statale e, nei limiti consentiti delle norme in materia, con i servizi a libero mercato, secondo criteri di prossimità e tenendo conto del miglioramento dell’offerta di mobilità, perseguendo obiettivi di efficacia e efficienza.