Economia

In undici anni chiusi 111mila negozi. La desertificazione delle città italiane

di Redazione Economia

Numeri spaventosi, il 20% delle serrande è stato abbassato per sempre. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio: "Bisogna intervenire subito"

Negozi, la crisi dei centri storici. Il 20% del totale ha chiuso

I centri storici delle città italiane sono sempre più spogli, i negozi continuano a chiudere e i dati sono davvero allarmanti, tanto che il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha deciso di lanciare un allarme. "Bisogna intervenire subito, rischiamo la desertificazione delle città". Tra il 2012 e il 2023, in undici anni, in Italia sono spariti oltre 111mila negozi al dettaglio (il 20,2 per cento del totale) e 24mila attività di commercio ambulante, in parte sostituiti da attività di alloggio e ristorazione (+9.800). Un fenomeno molto più accentuato nei centri storici rispetto alle periferie. Nei 120 comuni al centro dell’analisi negli ultimi 10 anni - si legge su Il Giornale - la densità commerciale è passata da 12,9 negozi per mille abitanti a 10,9 (-15,3 per cento). Un fenomeno triste, il lato B dell’appeal esercitato da piazza San Marco, dal Colosseo, dagli Uffizi e dallo shopping griffato di via Montenapoleone: Venezia, Firenze, Roma, in fondo anche Milano e Napoli, città di più recente turisticizzazione, hanno centri sempre più a misura di turisti.

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I residenti stanno sparendo. Venezia ne è un esempio lampante: nel 2022 - prosegue Il Giornale - la città perlustrata ogni giorno da decine di migliaia di visitatori, è per la prima volta scesa sotto i 50mila abitanti (per la precisione 49.665). Nel 1951 erano 174.808, oltre tre volte tanto. Il comune, che comprende anche l’estuario (Lido, Malamocco, Murano, Burano, Torcello eccetera) e la terraferma (Mestre, Marghera, Carpenedo eccetera) assomma 253.704 abitanti, che nel 1971 erano 363.052. I cittadini sono sostituiti dai turisti e i negozi dagli hotel e dai b&b.