Economia

Industria aerospaziale, in Campania all'orizzonte più luci ma anche ombre

Eduardo Cagnazzi

Export in aumento anche per le imprese pugliesi, lombarde e piemontesi. In calo le vendite verso la Francia per la frenata commerciale del turboelica Atr.

Dopo cinque anni di calo continuo, che ha toccato il picco più basso nel 2017 con il dato negativo del 7,5%, l’aerospazio campano registra i primi segnali di ripresa. Un andamento rafforzato anche dall’export verso i nuovi mercati, nonostante il tessuto imprenditoriale, rappresentato da piccole e medie imprese, continui a soffrire la competizione nel mercato globale. Lo rileva Aeropolis, l’associazione degli operatori dell’aerospazio, che riprende i dati Istat relativi al 1° semestre 2019. Secondo l’Istituto di Statistica le esportazioni dalla Campania hanno raggiunto i 556,5 milioni di euro, sessantotto in più rispetto al 2018 che aveva registrato una piccola ripresa (+23 milioni) sul periodo precedente e recuperato quanto il settore aveva perso nel 2017. In Puglia, per un confronto con una realtà più vicina ma meno consolidata di quella campana, le imprese dello stesso settore, hanno esportato per 561,6 milioni di euro, con un’incidenza sull’export nazionale del 9,7% contro il 5% del 2009 (dati Ice). In Piemonte nello stesso anno sono stati esportati prodotti per 970 milioni di euro, pari al 17% del totale nazionale, per non parlare della Lombardia, o meglio della sola provincia di Varese, le cui aziende aeronautiche da anni piazzano all’estero volumi di oltre un miliardo di euro.  Storia a se è quella del distretto del Lazio caratterizzato da produzioni per programmi spaziali che nel 2019 hanno registrato un aumento delle esportazioni del +55,1%, con 23.500 addetti e un fatturato annuo di oltre 5 miliardi di euro, di cui 1,6 destinati all’export. 

I dati Istat rilevano anche che la gran parte delle esportazioni è concentrata verso pochi e importanti paesi che sono prevalentemente quelli dove trovano sbocco le produzioni di Leonardo e dei costruttori di motori aeronautici che hanno impianti in Campania.  In crescita quindi le esportazioni verso Usa (195 milioni), Regno Unito (22 milioni) e Giappone (51 milioni) che diventa il terzo mercato di sbocco delle aziende campane. Paesi verso i quali esportano Rolls Royce, Avio Aero, Ema e dove ha puntato Tecnam che nel Sol Levante ha ottenuto la certificazione per il suo velivolo P2006T.

La curva dell’esportazione nel primo semestre 2019 cala invece verso la Francia dopo i segnali di ripresa del 2018. Le esportazioni verso i cugini d’Oltralpe sono pari a 172,5 milioni, meno 2,5 milioni. E’ significativo il dato dell’export verso la Francia in quanto sono cresciute anche le forniture dirette ad Airbus di alcune pmi campane e quindi il calo potrebbe registrare rallentamenti delle produzioni di aerostrutture di Leonardo che risentono della frenata commerciale del turboelica Atr e della chiusura della linea dell’Airbus A380. Se cosi fosse, si confermerebbe che in Campania restano tutte le incertezze per un futuro industriale e manifatturiero del comparto in assenza di un nuovo programma o di un successore vero di Atr. Nel quadrante positivo c’è invece l’incremento delle esportazioni verso Spagna, Canada e Svizzera. L’export verso la Confederazione elvetica è triplicato rispetto al 2018, in questo caso evidentemente per le vendite di velivoli di aviazione generale e le forniture per Pilatus Aircraft. Raddoppiato negli ultimi due anni l’export anche verso la Turchia, un dato che in futuro risentirà dei vincoli politici per l’esportazione verso questo paese. Cala invece l’export verso la Russia, Romania, Repubblica Ceca e soprattutto verso la Cina, ridotto a un terzo del 2017 e meno di un quarto del 2018 nonostante la retorica della Via della Seta e le attese per l’MoU firmata da Leonardo con la cinese Kangde per lo sviluppo del velivolo Comac CR929. Restano poco rilevanti gli altri mercati come Grecia, India, Singapore, Brasile e Israele, dove arrivano solo il 10% delle esportazioni complessive dell’industria regionale.

Aeropolis rileva, a conclusione, che il comparto campano soffre ancora di un vuoto di governance e dell’assenza di una politica industriale capace di creare concrete condizioni di sviluppo. Tuttavia ci sono aziende come Tecnam che preferiscono raggirare il contesto regionale poco edificante, ed altre gestite da management attento che hanno creato le condizioni per innovare il prodotto e la tecnologia di produzione. Sono quelle che hanno puntato a nuovi sbocchi di mercati affrancarsi dalla mono committenza. Saranno queste le aziende, commenta Aeropolis, che potranno fermare il declino del distretto campano dell’aerospazio impedendone la sparizione per consunzione.