Economia
Inflazione e caroenergia, Fed-Bce verso il rallentamento del rialzo dei tassi
La Banca centrale Usa verso nuovo rialzo dei tassi, ma con moderazione grazie ai segnali di resilienza dell'economia. Anche la Bce pronta per questa direzione
Per Vetrella, inoltre, i dati sul Pil "faranno certamente ritornare alla carica i membri più 'falchi' all'interno del Fomc che sosterranno il mantenimento della stretta monetaria della Fed (giustificandola con la forza dell'economia) in modo da evitare la ripresa delle pressioni inflazionistiche che sono risultate pari al +6,5% a/a nel mese di dicembre".
Insomma, "stando ai dati macroeconomici la recessione sembra molto improbabile con i passati timori che risultano ormai superati e aprono invece le speranze per un 'soft landing' e i mercati si attendono che "le banche centrali stabilizzeranno il costo del denaro a un livello non troppo deleterio per la crescita economica", conclude Vetrella. In sintonia l'analisi di Gero Jung, Chief economist di Mirabaud AM: "Ci aspettiamo che durante la riunione del prossimo primo febbraio la Federal Reserve continuerà ad alzare i tassi d'interesse, ma lo fara' di soli 25 punti base".
L'outlook di Allianz Global Investors stima che, dopo le dichiarazioni restrittive rilasciate ancora nello scorso dicembre, "ci sia una conferma della linea adottata", in quanto "una conclusione prematura della politica restrittiva comporterebbe troppi rischi". "Nell'area euro e nei maggiori Paesi saranno pubblicati nuovi dati sull'andamento dell'inflazione, dai quali dovrebbe trasparire un'ulteriore distensione. Grazie alla decelerazione dei prezzi dell'energia i prezzi al consumo saranno inferiori rispetto a quelli dello scorso anno. Ma tale evoluzione non basterà per far cambiare rotta alla Bce", specifica Allianz Global Investors. Per Kevin Thozet, membro dell'Investment Committee di Carmignac, in un contesto in cui l'inflazione core non mostra segni di decelerazione, i salari continuano a registrare una traiettoria al rialzo e le aspettative di crescita sono state riviste in positivo, "non c'e' dubbio che giovedi' la Bce portera' i tassi di deposito al 2,5%; a maggior ragione dal momento che un rialzo di 50 punti base e' gia' stato ampiamente anticipato dalla sua forward guidance".
Semmai, la vera domanda non e' 'se' ma 'quanto' durerà questo periodo di rialzi di 50 punti base. "Forse ci vorranno due meeting, com’è stato per il periodo di rialzi di 75 punti base", ma di sicuro "riteniamo probabile che Lagarde prosegua con una politica monetaria aggressiva, considerando che l'economia europea ha sorpreso al rialzo dopo le sue ultime dichiarazione del 2022 e che le aspettative sul limite massimo dei tassi d'interesse in questo ciclo d'inasprimento si sono ridotte, cosi' come quelle relative a sorprese al ribasso sui prezzi del gas", risponde l'esperto di Carmignac.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, "il livello previsto a cui la Fed portera' i tassi d'interesse (ovvero il tasso terminale) e' rimasto stabile, mantenendosi intorno al 5% dallo scorso novembre", di conseguenza, "crediamo che d'ora in poi dovrebbe aumentare i tassi a un ritmo piu' lento e procedere la prossima settimana con un 'normale' aumento di 25 punti base, portando i Fed Funds al limite fissato per i terminal rate.