Economia

Intel farà la fine di Nokia? Il big dei chip in declino entra nel mirino dei taiwanesi di Tsmc e Broadcom

Intel, che nel 2010 vantava una quota di mercato nei semiconduttori pari all'80% a livello mondiale, da tempo in crisi potrebbe finire nelle mani di Tsmc e Broadcom

di Maddalena Camera

Intel potrebbe fare presto la fine di Nokia... L'analisi 

Intel potrebbe fare la fine di Nokia? La società finlandese era ancora nel 2010, il maggior produttore di telefoni cellulari al mondo con una quota di quasi il 40%. Ma una serie di decisioni strategiche errate hanno portato, nel 2013, alla vendita della divisione telefonia a Microsoft.  Intel, che nel 2010 vantava una quota di mercato nei semiconduttori pari all'80% a livello mondiale, da tempo in crisi potrebbe finire nelle mani dei  taiwanesi di Tsmc, il maggior produttore al mondo di chip per conto terzi e di Broadcom. Le due società infatti  stanno studiando come spartirsi le attività della società un tempo padrona assoluta del mercato dei chip.  

Secondo il Wall Street Journal il presidente esecutivo ad interim di Intel, Frank Yeary, ha condotto le discussioni con i possibili pretendenti e con i funzionari dell'amministrazione Trump, preoccupati per il destino di un'azienda considerata fondamentale per la sicurezza nazionale. Intel per decenni ha dominato il settore dei chip ma ora si trova a dover rincorrere i suoi principali rivali: Nvidia per i chip dedicati all'intelligenza artificiale e Amd per quelli dei server.  Basta pensare che nel 2023 le azioni hanno perso il 60% del loro valore nonostante un taglio del 15% della forza lavoro. Le difficoltà di Intel nel mercato dei data center sono diventate sempre più evidenti a partire dal 2023.

L’anno in cui le vendite si sono ridotte del 50% rispetto a dodici anni prima. Una crisi profonda dato che Amd con la tecnologia 3D V-Cache è riuscita a conquistare una fetta sempre più ampia di mercato. Nonostante la società sia stata tra i maggiori beneficiari  dei forti finanziamenti dall'amministrazione dell'ex presidente Joe Biden per la produzione e progettazione di chip Usa, non è riuscita a invertire la rotta dato che la competizione nel settore è altissima. Inoltre per quanto riguarda la produzione Intel dipende sempre più da Tsmc che ha tra i suoi clienti anche Nvidia e Amd, per la realizzazione di alcuni suoi chip.  E dunque  gli analisti si interrogano su quali siano le  reali capacità dell’azienda di mantenere il controllo della catena produttiva.  Secondo i dati di SemiAnalysis, il volume di vendita  della società è sceso ai minimi storici degli ultimi 14 anni, segnando il terzo anno consecutivo di declino.

Tsmc  vanta una valutazione di mercato circa otto volte superiore a quella di Intel e, secondo Bloomberg, potrebbe assumere una partecipazione di controllo sulle fabbriche di chip presenti negli Usa mentre Broadcom avrebbe esaminato le attività di progettazione e marketing di Intel.  Una spartizione degli asset dunque come è avvenuto con Nokia, che ora non è più conosciuta per i telefoni cellulari ma come operatore di apparati di rete fissa e mobile. 

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