Economia

"Intesa mette le basi per trasformarsi in fintech. Ora garanzie contrattuali"

di Andrea Deugeni

Lando Sileoni, il segretario generale della Fabi, il sindacato più grande nel settore bancario, commenta con Affaritaliani il nuovo piano industriale di Intesa

Cos'è che non le piace del piano di Intesa?
"L’aspetto non positivo è rappresentato dalla chiusura degli sportelli e questo vale sia per Intesa sia per tutti i gruppi bancari, perché furbescamente le banche chiudono le filiali dove esistono già i presidi di Banco Posta che, come in pochissimi sanno, continuerà, Banco Posta, a collocare alla clientela i prodotti finanziari acquistati proprio da quei gruppi bancari che chiudono agenzie. Se poi tutto andrà male, si potrà sempre tornare indietro magari acquistando lo stesso Banco Posta".

Il piano prevede una nuova banca digitale che coinvolgerà 8.000 dipendenti. Ci sarà un impatto che riuscirete a gestire?
"Siamo sempre riusciti in ogni gruppo bancario a evitare i licenziamenti, l’esatto contrario di quanto accaduto nel resto d’Europa. Continueremo a farlo. Ma è chiaro che vorremo garanzie contrattuali sia a livello di gruppo sia a livello di contratto nazionale perché una trasformazione del genere non può essere gestita senza certezze e regole definite e condivise all’interno del contratto nazionale. Quando si parla di nuove attività e nuovi mestieri è fondamentale avere un quadro normativo ed economico di riferimento, non solo a livello di gruppo, ma anche a livello di contratto nazionale. Noi vogliamo gestire tutti i cambiamenti in atto proprio per garantire al massimo tutte le lavoratrici e i lavoratori, non solo di banca Intesa, perché i cambiamenti interesseranno l’intero settore bancario italiano".

Perché Intesa ha presentato un piano di questo tipo?
"Per cinque motivi fondamentali: il primo per mantenersi leader nel tempo; il secondo per difendersi da eventuali pericoli in arrivo dall’estero; il terzo per porsi anche rispetto alla Bce come un gruppo bancario che riconosce politicamente le scelte della vigilanza e le rispetta; il quarto perché è consapevole che per raggiungere una trasformazione epocale come quella presente nel piano industriale sarà fondamentale la motivazione delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo, motivazione che dovrà essere riconosciuta anche con miglioramenti a livello economico; il quinto e forse politicamente l’aspetto più rilevante per creare attraverso il digitale un nuovo modello di business in una banca che potrà trasformarsi, nel tempo, se lo vorrà, in una fintech. È chiaro che seguirò personalmente, insieme al coordinamento Fabi del gruppo Intesa, l’evolversi della situazione e tutti gli appuntamenti sindacali previsti per legge nelle discussioni sui piani industriali. La Fabi non farà sconti a nessuno".

@andreadeugeni

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