Economia
Intesa scommette sulla casa. Il Ceo Messina ad Affari: "Via le tasse? Ha ragione Renzi e non l'Ue"

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
CREDITI/ "Nei primi nove mesi del 2015 sono stati concessi oltre 28 miliardi di euro di crediti a medio e lungo termine a imprese e famiglie. E' più dei 27 miliardi erogati in tutto il 2014". Lo ha fatto sapere il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina. |
L'Europa le chiama tasse distorsive e cioè quelle che hanno un effetto maggiore nel frenare la crescita del Pil. Sono, ritiene Bruxelles, quelle sul lavoro e sull'attività d'impresa, tali per cui è necessario spostare il peso della pressione fiscale (è il mantra dell'Ue indirizzato agli Stati membri) dal lavoro a immobili (rendite) e consumi. Una posizione che sta costringendo il governo italiano, che proprio in queste ore sta trattando con Bruxelles sui margini di flessibilità per avere fieno in cascina sufficiente a varare un'imponente legge di Stabilità (da oltre 25 miliardi di euro), a un braccio di ferro sui modi e tempi del piano fiscale triennale da circa 35 miliardi che intende partire con il taglio delle tasse sulla prima casa. Sforbiciata che decisamente non piace alla Commissione guidata da Jean Claude Juncker.
Chi ha ragione nella querelle? Meglio tagliare le imposte sull'abitazione come vuole fare Matteo Renzi o quelle sul lavoro e l'impresa, come invitano a fare invece i tecnici Ue? E, soprattutto, quale riduzione ha l'effetto netto maggiore in termini di crescita del Pil? La questione non è di lana caprina. Dati il peso enorme del debito pubblico e la mole degli interessi da servire, una spesa pubblica ampiamente sopra il 50% del Pil e Bruxelles che non perde occasione per rimarcare che non verranno fatti sconti a nessun Paese, è necessario infatti utilizzare al meglio le poche risorse disponibili per generare l'incremento più consistente della ricchezza complessiva.
Interpellato sull'argomento da Affaritaliani.it, il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina non ha dubbi. "Ha ragione il governo italiano. Sono convinto che il taglio delle tasse sulla casa che Renzi intende fare possa avere un'efficacia importante, perchè poi alla fine quello che conta in un Paese è la fiducia", dice il banchiere che poi spiega: "Attraverso la generazione di fiducia, gli italiani possono tornare a consumare e ciò può rappresentare una leva importantissima nella crescita del Pil". "Pensiamo - aggiunge - a quanti trilioni di risparmi hanno gli italiani. Basta spostarli in una componente non significativa verso i consumi e la crescita del Pil può raggiungere così livelli veramente elevati".
I numeri li snocciola il capo economista della banca Gregorio De Felice. Nel settore si concentra il 51% della ricchezza complessiva delle famiglie. In Italia, il comparto Casa nel suo complesso (immobiliare, costruzioni, beni durevoli) si traduce in circa 170 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 12% del Pil. E, visto che i fattori di sostegno all'acquisto dell'abitazione stanno tornando positivi (il reddito disponibile è in recupero, l'incertezza sul futuro sta scendendo, le erogazioni di mutui sono tornate a crescere significativamente, sui valori simili a quelli pre-crisi e il mercato immobiliare è quindi in ripresa), meglio cavalcare e allo stesso tempo imprimere un'accelerata all'onda, è la strategia della banca. Trend su cui inciderà giocoforza anche una riduzione ("che deve essere permanente, però", precisa De Felice) della pressione fiscale.
Oltre al merito, però, Messina sottolinea anche un aspetto di metodo nella querelle fra Renzi e l'Ue. "Non capisco poi, perché l'Europa debba interferire con le politiche economiche dei singoli Paesi", dice infatti. E spiega: "L'imporante è che vengano rispettati i singoli parametri individuati in sede di Commissione europea. L'Italia, giustamente, fa quello che deve fare e rivendica anche un'accresciuta reputazione che in questi ultimi anni ha portato il Paese ad essere molto più importante nel contesto europeo". Anche perché i compiti a casa li ha fatti ed è legittimata a fare ciò che ritiene meglio per se', lascia intendere il Ceo di Intesa. "La crescita dell'Italia in questo momento non è inferiore a quella di altri Paesi europei. Quindi - conclude - la politica econonomica italiana deve deciderla l'Italia e non l'Europa".
Quello sulla sforbiciata delle tasse sulla prima casa è un argomento che in questo momento sta a cuore alla prima banca italiana che, per intercettare il risparmio del Paese, ha appena lanciato Intesa Sanpaolo Casa, la società della banca interamente dedicata al settore che garantirà anche un servizio professionale di intermediazione immobiliare, offrendo assistenza per la ricerca dell'immobile, l'acquisto, la ristrutturazione e l'arredo. Senza nessun bisogno di cercare altrove (con tanto di sito internet ad hoc: www.intesasanpaolo.com).
L'istituto di credito, che nell'ultimo anno ha raddoppiato le erogazioni di mutui, con la quota di mercato salita nel secondo trimestre 2015 al 21,8%, miglior risultato dal 2007, scommette così sulla casa, puntando a un'ulteriore crescita nei finanziamenti e da oggi e fino al 31 dicembre offrirà spread ai minimi storici per i mutui variabili a partire dall'1,15% e tassi fissi a partire dall'1,75%. In più, ha fatto sapere, comunicherà ai clienti attuali la possibilità di passare (in maniera gratuita) dal variabile al fisso. Inoltre, entro il 2017 sarà presente in tutte le principali città italiane con la rete di agenzie immobiliari Intesa Sanpaolo Casa (assumendo anche personale specializzato sul settore, oltre a valorizzare le risorse interne della Banca dei Territori), di cui le prime già operative a Roma, Milano, Torino e Monza e, entro l'anno, a Napoli, Padova, Firenze, Bologna e Brescia.