Economia

Jabil Marcianise: interrotte trattative col governo, licenziamenti confermati

A un passo dalla firma dell’accordo, la decisione unilaterale dell’azienda che conferma i 190 licenziamenti, ma il ministro Catalfo non si dà per vinta

Un dietrofront inaspettato e unilaterale: nella notte la multinazionale Jabil ha interrotto il tavolo con il governo, quando ormai si era a un passo dall'accordo e ha dunque confermato i 190 licenziamenti nel sito di Marcianise in provincia di Caserta.

Dopo tre giorni di trattative il tavolo è saltato, hanno riferito fonti del ministero del Lavoro. La decisione, spiegano le stesse fonti, è stata presa dell’azienda in modo unilaterale e inaspettato quando le parti erano ormai vicinissime all’intesa.

Preso atto di quanto comunicato dai rappresentanti italiani della società, il ministro Catalfo e il Sottosegretario Todde hanno manifestato tuttavia la volontà di interloquire direttamente con i vertici di Jabil, per conoscere le ragioni di questo inspiegabile dietrofront e cercare di concludere positivamente gli sforzi finora compiuti, salvaguardando la continuità occupazionale di 190 lavoratori.

Al tavolo, il ministro Catalfo ha ribadito la radicale nullità dei licenziamenti dovuta non solo al mancato rispetto della procedura in materia di licenziamenti collettivi, ma anche per effetto delle misure straordinarie varate dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Da oggi quindi partono i 190 licenziamenti nello stabilimento di Marcianise che conta un organico di 540 persone. La vertenza è iniziata undici mesi fa, quando furono annunciati 350 esuberi; a oggi i lavoratori che hanno trovato ricollocazione o uscite incentivate ammontano a 160; gli altri erano in cassa integrazione da giugno 2019 e il Cda della Jabil Corporation ha deciso, nonostante i nuovi decreti emanati del Governo Italiano che prevedono il blocco dei licenziamenti collettivi e ulteriori 9 settimane di Cig Covid-19, di non proseguire con la cassa integrazione e di licenziare.

I sindacati parlano di un atteggiamento "vergognoso" e sconcertante da parte della multinazionale. Il segretario generale Fim Cisl Campania Raffaele Apetino commenta: "Al momento finale quasi alla firma dell’accordo dopo 72 ore di trattativa ad oltranza, la Jabil dice di non voler più far l'accordo per salvare 190 lavoratori. Il governo intervenga perchè sono state offese le istituzioni Italiane e i lavoratori".

La Fim si aspetta una convocazione dal Ministero del Lavoro entro stamattina "per riprendere il confronto e arrivare alla definizione di un testo che metta al riparo i lavoratori e le loro famiglie dal baratro della disoccupazione". Il segretario della Fiom Cgil di Caserta, Francesco Percuoco sottolinea che "ieri è stato sconcertante assistere a un ennesimo atto di prepotenza e arroganza di un'altra multinazionale americana che nonostante l'impegno forte e in prima persona di un ministro del governo italiano si sente autorizzato a dire che loro se ne fregano delle leggi Italiane".

"Visto che non è la prima volta che una multinazionale, (prima Whirlpool adesso Jabil) vuole imporre le proprie scelte prevaricando la sovranità di uno stato è evidente che ormai il sistema non regge più. C'è una dittatura della finanza e dell'economia che schiaccia gli interessi dell'intero paese e dei propri cittadini", conclude